«Vogliamo uscire da quest’aula con un intento unitario, perché pensare che la questione della sicurezza in città sia soltanto un problema di parti non porterebbe a nessuna soluzione. Per questo la prima cosa è partire dalla consapevolezza che esiste un problema e che dobbiamo essere protagonisti di un percorso di soluzione a questa grave situazione determinata dagli atti vandalici, dagli attentati intimidatori e dal disagio giovanile».

Il capogruppo della Lega a Porto Torres, Ivan Cermelli, con queste parole ha introdotto l’ordine del giorno del consiglio comunale straordinario sulla problematica relativa alla sicurezza della città. Allarme sorto a seguito dell’atto incendiario ai danni della Sangalli srl, la società presa di mira dai ignoti la sera del 30 aprile, quando sono stati messi a fuoco 12 mezzi della nettezza urbana.

«Laddove cresce il grado di disoccupazione e di degrado urbano - sostiene Cermelli - aumenta in maniera esponenziale anche la delinquenza urbana, a partire dal vandalismo, gang giovanili, e attacchi incendiari con modalità mafiose».

Per Bastianino Spanu, primo firmatario del documento sulla sicurezza in città: «I reati che stanno avvenendo – sottolinea - e che sono avvenuti in questi ultimi giorni li reputo gravissimi e come tali richiedono una responsabilità politica. Lo dimostra la stessa convocazione del Comitato di sicurezza e ordine pubblico da parte della prefetta di Sassari. Quindi è necessario incrementare i controlli da parte delle forze dell’ordine e riorganizzare i turni notturni, perché questa città non è sorvegliata abbastanza e la popolazione percepisce lo stato di abbandono da parte delle istituzioni».

Oltre alle 130 telecamere presenti ne sono previste altre 64. «Ma 44mila occhi hanno più efficacia degli impianti di videosorveglianza», interviene il sindaco Massimo Mulas.

Reduce dall’incontro in Prefettura con gli enti competenti sulla sicurezza ridimensiona l’allarme: «La città di Porto Torres non presenta dati allarmanti rispetto ad altri comuni e non bisogna confondere i reati, configurati come gravi, ma diversi nella gravità. In questa città si vive ancora con serenità, la sera si esce tranquilli e se c’è qualche vigliacco, i numeri non sono diversi da quelli di altri paesi». «Non ci sentiamo colpevoli di nulla – osserva il consigliere dem, Antonello Cabitta – però abbiamo delle responsabilità come amministratori, come genitori e cittadini. La nostra città è stata definita omertosa, ma preferisco definirla distratta di fronte agli eventi gravi per evitare i quali non si interviene più, manca un senso civico. Questo succede perché abbiamo delegato tutto, compresi i compiti educativi, affidati alla scuola, all’amministrazione comunale e alle forze dell’ordine».

Per il sindaco: «Possiamo dire di essere intervenuti nei luoghi dove si recano i giovani, ovvero le scuole, perché li abbiamo dato la percezione che non li stai abbandonando ma ti stai occupando di loro. Fare progettualità per i giovani significa seguirli e prestargli attenzione, perchè la maggioranza dei ragazzi è dotato di responsabilità e non bisogna fare di tutta una erba un fascio».  

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