C'è rabbia ma anche tanta delusione nel grido che arriva dall'ospedale San Giuseppe di Isili. Quasi due anni di presidio che ancora non hanno portato all'esito sperato. Un Piano di riordino che solo nel piccolo presidio non riesce a trovare applicazione. Motivazioni ignote, invece per qualcuno molto chiare.

"Si è rafforzata in noi - dicono dal Comitato Sanità Bene Comune - la convinzione che per il San Giuseppe perdura un lucido disegno di boicottaggio".

Nonostante gli smantellamenti, i tanti lavori di manutenzione e ammodernamento (vedasi il blocco operatorio) i servizi sono al guado e non ci sono segni di ripresa. Tre le parole usate dal comitato per definire questa situazione: inadeguatezza, raggiro e inerzia. Definizioni da attribuire rispettivamente alla Giunta Regionale, all'ATS, alle istituzioni locali e ai sindaci.

Un attacco senza mezzi termini da parte del Comitato che sta per compiere due anni di presidio cioè da quando sono state chiuse le sale operatorie e messo in stand-by il reparto di chirurgia. Da allora ci sono stati i lavori, gli incontri con i dirigenti, la visita di tanti politici e l'approvazione del Piano di riordino che però al San Giuseppe non ha ancora trovato il suo spazio.

"Ci hanno trasformato in una pallina da ping pong - ha detto Luigi Pisci, portavoce del comitato - la politica e l'azienda ci rimpallano l'uno dall'altro".

Dito puntato anche sui primi cittadini del territorio: "Sarebbero dovuti essere alleati decisivi - ribadiscono dal comitato - vista la posta in palio, la loro presenza e la loro iniziativa doveva essere più incisiva".

E intanto continua l'esodo di utenti per un'appendicite, un'ecografia. Trent'anni di esperienza sanitaria rischiano di scomparire.

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