Visite sospese al San Martino di Oristano per i pazienti oncologici, che non potranno prenotare i follow up ai quali devono sottoporsi periodicamente. La denuncia arriva dal capogruppo del Movimento 5 stelle Alessandro Solinas: «Il danno è enorme: attualmente per quanto riguarda le prenotazioni di gennaio non ci sono date certe sui futuri appuntamenti. Basti considerare che nel reparto di Oncologia ed Ematologia del San Martino ogni anno vengono effettuate circa 20mila visite e che circa un terzo riguarda i follow up per capire la portata di questa decisione dalle conseguenze rovinose, dovuta ancora una volta alla carenza di medici. Non è ammissibile decidere di gestire i pazienti oncologici con il personale ridotto all’osso a scapito dei pazienti dimessi. I casi di recidiva di malattia non possono essere repentinamente individuati e trattati e i pazienti vengono esposti a rischi altissimi». Solinas ha annunciato il deposito di un’interrogazione al Presidente della Regione e all’assessore alla Sanità Doria.

«Dobbiamo inoltre considerare – continua il capogruppo – che le terapie per i malati oncologici non possono essere gestite dal medico di base, quindi si tratta di una grandissima fascia di pazienti abbandonata dal sistema sanitario pubblico. Questa situazione inoltre potrebbe aggravarsi nei prossimi mesi ed è necessario e urgente intervenire adesso con la predisposizione di nuovi bandi per il reclutamento di oncologi, altrimenti sarà troppo tardi». «Il territorio di Oristano sta patendo i danni di una mala gestione che dura da anni. La rete della medicina territoriale è stata completamente smantellata: guardia medica, medici di base, pediatri, sono tutti presidi che hanno abbandonato il territorio».

«Altra grave problematica – prosegue Alessandro Solinas - riguarda la riduzione dei posti letto nel reparto di Medicina, che attualmente opera con soli sei medici per una trentina di posti letto. Un numero insufficiente se consideriamo che prima della pandemia ne ospitava oltre sessanta. L’assistenza è stata praticamente dimezzata e il carico di lavoro dei medici è diventato disumano. In sei è impossibile coprire tutti i turni h24, pertanto si rende necessario il supporto di colleghi di altri reparti che a loro volta vengono sguarniti. Questo è il quadro catastrofico nell’Oristanese. Non stupisce purtroppo che i medici scelgano il trasferimento o di lavorare nel privato. Anche all’ospedale di Ghilarza, un presidio a bassa intensità, i venticinque posti letto prima presenti sono spariti. Complessivamente rispetto a tre anni fa sono cinquantacinque i posti letto mancanti. Una vergogna», conclude.

(Unioneonline/v.f.)

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