L’insegnante di sostegno c’è ormai da tempo. Il banco pure, ma  è ancora vuoto. A Baratili San Pietro c’è un bambino disabile di sei anni che ancora non può imparare a scrivere, leggere e contare. E nemmeno divertirsi con i compagni, come si fa a quell'età. Per lui mancano i servizi che la famiglia aveva chiesto agli amministratori comunali e alla dirigenza scolastica durante un incontro a maggio scorso. 

I genitori del piccolo, che ha n diversi problemi di salute ed è costretto in sedia a rotelle, chiedono al Comune di intervenire subito: «Chiediamo solo di avere una stanza riscaldata con un fasciatoio dove l’assistente che si occupa del mio bambino possa cambiarlo e lavarlo senza problemi»,  spiega il papà del bambino, Stefano Nibionni.

Una richiesta «che abbiamo avanzato sei mesi fa, ancora prima dell’inizio dell’anno scolastico. Ancora però mio figlio è a casa. Siamo stanchi di aspettare».

Venerdì scorso i genitori del piccolo hanno deciso di portarlo a scuola per permettergli di conoscere e salutare i suoi compagni, un attimo di vita normale insomma: «È stato emozionante, un colpo forte al cuore, per lui ma anche per noi», racconta papà Stefano, «il mio bambino è uguale a tutti gli altri, non deve stare a casa». 

Il vicesindaco del comune di Baratili Giannantonio Mudau alza subito le mani, si scusa con la famiglia e non ha nessuna intenzione di cercare scuse: «La colpa è nostra. Non siamo stati in grado in due mesi di allestire una stanza con tutto ciò che è stato chiesto dalla famiglia. Da pochi giorni è stata però individuata l'area dove il bambino potrà essere cambiato e lavato. Ancora non abbiamo avuto la possibilità però di acquistare un fasciatoio, per questo abbiamo organizzato un tavolo. Abbiamo acquistato invece il boiler per avere l’acqua calda. Ora manca solo l’intervento dell’idraulico che però non potrà operare prima della fine di questa settimana». 

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