Migliaia di persone hanno partecipato questo pomeriggio a Ruinas ai funerali di Pietrino Secci e Carmelino Marceddu, i due allevatori ottantenni, freddati a colpi d'arma da fuoco lunedì mattina nelle campagne, in località Baralla.

C'era tutto il paese, ma anche centinaia di persone arrivate da altri centri della Marmilla, e non solo.

Un dolore composto e silenzioso da parte dei familiari, ma anche degli amici e delle persone intervenute è stato il protagonista di un rito funebre, dove le parole del parroco padre Manolo Venturino hanno cercato di dare forza e coraggio.

Il sacerdote si è rivolto nell'omelia a chi ha sparato: "Non pensate che Ruinas si arrenda. Non lo ha mai fatto e non lo farà neanche adesso".

Poi un invito alla cominità del paese: "Non scadete nell'odio".

E, infine, don Venturino si è nuovamente rivolto agli autori dell'efferato delitto: "Chiuda la mano a mo' di pugno e se la batta contro il petto tante volte quanti sono i cittadini di Ruinas e quanti sono i bambini della nostra comunità".

La chiesa stracolma (L'Unione Sarda - Pintori)
La chiesa stracolma (L'Unione Sarda - Pintori)
La chiesa stracolma (L'Unione Sarda - Pintori)

Le due bare sono uscite dalla chiesa parrocchiale alla fine della cerimonia e hanno raggiunto il cimitero, a poche centinaia di metri.

Dietro ai feretri una fiumana di gente.

Una folla che ha voluto testimoniare il dolore di una comunità e di un intero territorio.

Il duplice omicidio ha infatti sconvolto il piccolo paese del Grighine, che ha poco più di 700 abitanti.

Secci e Marceddu, che allevavano assieme decine di vacche in un di oltre 20 ettari di proprietà di Secci, lunedì mattina prima sono stati raggiunti da un colpo a testa al petto sparato da un fucile caricato a pallettoni. Poi, sempre in una località impervia, i due corpi sono stati posti uno sull'altro e raggiunti al viso da un secondo colpo.
© Riproduzione riservata