"La famiglia di Gabriele ringrazia Serramanna, la sua empatia e i suoi compaesani, chi si è sentito per un attimo genitore, fratello, sorella, nonna e zia. Chi ha sentito suo, quel figlio nostro, percepito come proprio da un'intera comunità", comincia così il messaggio ai concittadini dei familiari di Gabriele Cipolla, il ragazzo nemmeno 15 enne travolto e ucciso da un treno il 19 giugno scorso, nella stazione di Serramanna.

Il messaggio è stato letto dall'altare, ieri, al termine della messa di trigesimo celebrata nella chiesa di San Leonardo dal parroco don Giuseppe Pes.

C'erano tutti, gli stessi amici e amiche di Gabriele con le t-shirt bianche con la scritta "Cipo" sulle spalle che avevano accompagnato l'ultimo saluto al povero ragazzo il 26 giugno scorso, nelle esequie celebrato nel campo sportivo Fausto Coppi.

Le lacrime si sono asciugate ma il dolore resta vivo. Impersonato anche dal fratello Lorenzo che ha letto il messaggio toccante.

"Ringraziamo la società sportiva Gialeto, quella che Gabriele lo ha invece sentito sempre come un proprio figlio, che gli ha visto fare i suoi primi passi, crescere, diventare grande, che ha organizzato per lui un saluto corale, partecipato e sentito. Ringraziamo i familiari e gli amici, che hanno condiviso con noi questo momento difficile e si sono stretti a noi, non lasciandoci soli. Grazie a don Pes, per la sua presenza, per aver guidato Gabriele nel suo cammino spirituale e per averlo accompagnato con parole giuste e ben ponderate. Grazie, grazie a tutti, è così difficile oggi pronunciare questa parola. Ma occorre farlo, come crediamo sia necessario, dopo un mese, lasciare spazio al silenzio, non dire più niente, non pronunciare sentenze. Adesso ciò che occorre è il buon senso".

Al termine della cerimonia funebre la maglia numero di 10, non quella rossoverde che indossava la domenica nella squadra Giovanissimi della Gialeto Serramanna ma della Roma, la sua squadra del cuore, autografata dagli amici e dai compagni di squadra in segno di affetto all'indomani della tragedia, è stata donata dal padre Luca e dagli amici al Roma Club di Serramanna. È anche lì che verrà custodito uno fra i ricordi più importanti di Gabriele Cipolla.
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