Duro intervento, questa mattina in aula, al processo sull'alluvione del 2013, dell'avvocato Toto Porcu, legale del Comune di Olbia.

Porcu ha sostanzialmente messo in discussione l'intera impostazione della Procura di Tempio sul presunto mancato allarme che avrebbe causato la morte di dieci persone.

"Non c'è la prova delle condotte contestate, non c'è nessuna prova".

Il legale si è rivolto agli avvocati di parte civile: "Non avete avuto la forza e il coraggio di chiedere una perizia. Non c'è la prova del nesso di casualità tra le condotte e gli eventi".

Il legale del Comune di Olbia (l'ente è stato chiamato in causa come responsabile civile dei danni) ha affermato che quanto avvenuto il 18 novembre del 2013 è un fatto straordinario e non prevedibile.

"La potenza della natura si è abbattuta sulla città - ha detto l'avvocato Porcu - e le forze del Comune erano in campo". E ancora: "L'allarme era rivolto a tutti, lo sapete quanti Vigili del fuoco erano a Olbia? Erano sei".

"La Regione, in occasione dell'alluvione del 2013, abbandonò i Comuni. Furono ore di disastroso silenzio, mentre il Ciclone Cleopatra avanzava, dal sud al nord dell'Isola": l'avvocato Jacopo Merlini, nella sua arringa del processo sul presunto mancato allarme del Ciclone Cleopatra, con queste parole ha chiamato in causa l'apparato regionale di Protezione civile.

Davanti ai giudici del Tribunale di Tempio, il difensore di due dirigenti del Comune di Olbia ha parlato di gravi carenze e della mancata attivazione del Centro funzionale decentrato, nonostante le numerose sollecitazioni del governo nazionale.

L'INTERVENTO DELL'AVVOCATO MERLINI:

LA POSIZIONE DEL PM:

LE RICHIESTE DELLA PROCURA:

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