Un dibattito interdisciplinare sulla scuola del futuro, ripensando gli spazi dell’apprendimento degli edifici da riqualificare, che assumono una connotazione urbana. È il tema principale dalla sesta edizione della “Summer School Innovative Learning Spaces Inside-out schools", in programma fino a domani nei locali della scuola di architettura a Cagliari e che oggi ha visto confrontarsi diversi professionisti del settore e rappresentanti della politica regionale.

Un workshop internazionale che ha coinvolto trenta istituzioni internazionali e sessanta studenti che, insieme ad architetti di fama mondiale, stanno lavorando alla riqualificazione di circa venti poli scolastici della Città Metropolitana di Cagliari dislocati tra Cagliari, Pirri, Selargius, Monserrato e Quartu.

«La summer school – spiega Massimo Faiferri, docente del Dicaar – lavora in collaborazione con la Città Metropolitana di Cagliari, con cui abbiamo selezionato le scuole e la Regione Sardegna che ha finanziato questa iniziativa inserendola all’interno di un protocollo di collaborazione per un’attività di formazione legata anche alla pubblica amministrazione». Per il sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, la scuola è al centro di tutto. «Edifici più belli e sistemi di studio più avanzati sono garanzia di studi più proficui. Nel concreto, la mia amministrazione ha scelto di rifare ben 52 giardini scolastici comunali per un totale di 150mila metri quadrati. Sono interventi finanziati con 3 milioni di euro di fondi REACT-EU che miglioreranno didattica, attività sportive e ricreative».

Presente al dibattito anche l’assessore regionale alla pubblica istruzione, Andrea Biancareddu, che ha sottolineato «come la qualità delle infrastrutture scolastiche sia di fondamentale importanza per contrastare il grave fenomeno della dispersione scolastica e il raggiungimento di scarsi risultati nelle competenze di base da parte degli studenti della Sardegna», ricordando appunto che la dispersione scolastica rappresenta un grave problema, e la mancanza di strutture adeguate contribuisce a perpetuare tale fenomeno. «Dal 2019, sommando tutte le diverse fonti di finanziamento, la Regione Sardegna ha programmato oltre 300 milioni di euro per l’edilizia scolastica».

«La Giunta regionale ha pianificato tutte le risorse che si sono rese disponibili per gli interventi Iscol@, non possiamo però non considerare che si tratta di interventi infrastrutturali, che quindi risentono delle complessità legate agli affidamenti pubblici», ha aggiunto Biancareddu, «per il prossimo periodo di programmazione 2021-2027 oltre a risolvere definitivamente le problematiche inerenti la sicurezza saranno incrementati in maniera significativa gli aspetti che riguardano la sostenibilità e l'integrazione degli edifici scolastici nella comunità territoriale. L’obiettivo è quello di avere almeno il 70-80% di edifici scolatici efficienti e in grado di accompagnare i moderni processi educativi incrementando l’integrazione degli edifici scolastici nella rete delle strutture a servizio della comunità».

Il rettore dell’Università di Cagliari, Francesco Mola, invece ha ricordato che «lo sforzo dell’Ateneo è investire sempre più sul territorio e sul rapporto con le istituzioni, che non deve essere di questua ma di vera collaborazione, anche perché abbiamo delle responsabilità verso i nostri mandanti. Si è parlato molto di Covid e didattica a distanza, di spinta della popolazione studentesca a non tornare nelle aule. Si è liquidato il problema come un fatto di comodità. Ma, se uno studente preferisce casa propria, significa che ci sono problemi di spazi e che questi vanno ripensati. Il modello dello studio del docente, attaccato all’aula per gli studenti, magari non funziona più, ci sono altre soluzioni più vivibili».

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