Quella della carenza dei medici di base è ormai una criticità che la Sardegna si trascina da anni, ma come riportarli sui territori? Per il neo assessore alla Sanità, Armando Bartolazzi, la soluzione è rendere la Sardegna più attrattiva.

In che modo? «Ho sviluppato la mia idea: ho pensato, per esempio, di agire inizialmente sui medici di medicina generale, sfruttando l'Autonomia regionale, permettendo loro di accedere alle scuole di specializzazione fuori borsa, cioè su posti aggiuntivi», spiega l’assessore che oggi pomeriggio ha incontrato negli uffici dell’assessorato le associazioni sindacali dei medici di Medicina generale per presentare loro la sua proposta e fare il punto sulle criticità del settore.

«Questa è un'idea che consentirebbe ai medici di medicina generale, chiaramente i più giovani, 32-35 anni, appena formati, di potersi specializzare, cosa che nel continente a oggi è preclusa – spiega l’assessore – la proposta qual è? È quella di offrire a questi giovani colleghi la possibilità di specializzarsi in Sardegna, a patto che ci sia da parte loro l'impegno a lavorare sul territorio per almeno 4-5 anni o comunque per tutta la durata del corso di specializzazione».

Una soluzione che per l’esponente della Giunta Todde «non solo contribuirebbe alla risoluzione della carenza di medici in medicina generale, ma abbatterebbe anche le liste di attesa, perché i pazienti che hanno bisogno, per esempio, di una visita cardiologica o di un elettro cardiogramma non devono rivolgersi all'ospedale, ma al proprio medico».

L’assessore, rispetto ai toni allarmistici dei giorni scorsi, sembra convinto si possa scongiurare il commissariamento nazionale della sanità sarda: «Ieri c'è stata una riunione dove abbiamo messo di fronte i responsabili della contabilità di Ares e quelli della Asl. I dati richiesti dal Mef ci sono, vanno ancora diciamo tabulati, elaborati. Non saremo in grado sicuramente per il 28 maggio, dove c'è stato il terzo richiamo del MEF, di portare dati definitivi, ma verosimilmente con una proroga di un paio di settimane saremo in grado di chiudere almeno i bilanci del 2022».

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