A mezzogiorno c'è chi cerca di dormire ancora un po'. All'ombra di una scala, tira sulla testa un telo sporco usato a mo' di lenzuolo e con un gesto sbrigativo della mano invita i passanti a fare silenzio. "Shhh", ordina.

VIA DIAZ - I passanti sono clienti e impiegati della sede centrale del Banco di Sardegna, dormitorio neppure troppo improvvisato tra viale Bonaria e via Diaz, pieno centro della città.

Il giovane di colore mostra di non gradire la presenza di estranei intorno al suo giaciglio, uno dei tanti ricavati tra felci e aiuole al piano strada dell'istituto di credito.

È questo il luogo più frequentato dai senzatetto: c'è chi resta per una notte, chi si ferma di tanto in tanto e chi non ha un altro posto in cui tornare. Il materasso è fatto con uno strato di cartoni presi fuori dal supermercato dall'altra parte della strada, le coperte - anche d'estate - servono per proteggersi dall'umidità, i vecchi stracci usati come cuscini, le bottiglie di plastica come orinatoi e il resto è buttato un po' dappertutto: vestiti, cartacce, sacchetti di plastica.

Ma comunque tutto è a portata di mano perché "c'è chi ruba anche le sigarette e i biscotti".

FRATELLI DI STRADA - La cosa più preziosa in questo androne dell'hotel disperazione è una vecchia radiolina che suona musica italiana anni Sessanta.

Marco e Amhid fumano una Lucky Strike, si dichiarano "fratelli di strada" e ricordano quando con loro c'era anche Vincenzo ucciso dall'eroina qualche mese fa.

"Era addormentato qua, a fianco a me. Alle quattro del mattino si è alzato, gli avevo dato qualche soldo anche io. È andato in via Seruci e l'hanno trovato in uno di quei distributori automatici di bibite. Morto". Nel posto in cui dormiva Vincenzo ora c'è Amhid, algerino poco più che ventenne che lavora alla giornata come manovale.

VIALE BONARIA - Basta attraversare la strada e dirigersi verso il palazzo dell'ex Cariplo tra viale Bonaria e via Sonnino per scovare un altro dormitorio: a ogni passo si respira solitudine e tanfo di urina. Nel sottoscala del palazzone in vendita sono stati ricavati tre "posti letto".

Il primo è in cima alla rampa per disabili, una porta inutilizzata davanti alla quale dorme un ragazzo arrivato dalla Somalia. Di giorno chiede l'elemosina a un semaforo poco più in là, di notte si rifugia in questo angolo dimenticato in mezzo al traffico della città.

Un carrello ricoperto da un telo di nylon e una seggiola di velluto bordeaux. Oltre il pilastro di cemento armato dorme un altro ragazzo, ogni mattina alle 8 ha un sussulto.

"Quando parcheggio l'auto si sveglia ma non si lamenta mai - spiega l'impiegata dell'agenzia immobiliare che si trova al piano superiore -. Mi guarda poi si volta e copre la testa. Non lo fa per farmi notare che lo disturbo, è solo per conservare un po' di dignità".

Mariella Careddu

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