Su tutti i giornali del mondo il 28 aprile 2006 si legge la terribile notizia dell’ennesimo attacco a Nassiriya (Iraq) contro la missione militare "Operazione Antica Babilonia" avvenuto il giorno prima e che ha visto morire cinque militari, tra i quali 4 italiani.

Quella mattina, quando nel nostro Paese erano le 6,50, quattro mezzi dei carabinieri partono dal Camp Mittica per andare all’ufficio provinciale della polizia irachena, così come succedeva regolarmente.

Il secondo dei veicoli passa su una bomba, sistemata al centro della strada: la fiammata è immediata e uccide tre dei cinque soldati a bordo, compreso un capitano dell’esercito italiano, il maresciallo aiutante Carlo De Trizio, che muore prima ancora di arrivare in ospedale.

Pochi giorni dopo il bilancio si aggrava, il collega parigrado Enrico Frassanito, che era stato trasportato a Verona dopo aver ricevuto le cure immediate a Kuwait City, non riesce a superare le gravi ferite dovute alle ustioni.

Moriranno anche il capitano dei paracadutisti Nicola Ciardelli, il maresciallo aiutante dei carabinieri Franco Lattanzio, e Bodgan Hancu, della polizia militare romena.

Le due inchieste sull’attentato, da parte della Procura di Roma e di quella militare, vengono aperte immediatamente al fine di verificare se sia stato fatto tutto il possibile per salvaguardare la sicurezza dei soldati italiani.

Alcune rivendicazioni sono arrivate poco dopo, ma sulla loro veridicità non sono mai state diffuse informazioni certe.

(Unioneonline/s.s.)

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