#AccaddeOggi: 19 luglio 1992, Cosa Nostra uccide Paolo Borsellino

19 luglio 2021 alle 07:01

Il 19 luglio del 1992, a poco meno di due mesi dalla strage di Capaci e dalla morte di Giovanni Falcone, un nuovo colpo della mafia al cuore dello Stato.

Una Fiat 126 imbottita di esplosivo viene fatta saltare in aria sotto casa della madre di Paolo Borsellino mentre sta passando il giudice: insieme a lui muoiono cinque agenti della scorta (la sarda Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina).

L'unico sopravvissuto è l'agente Antonino Vullo, primo testimone a raccontare la vicenda: "Borsellino e i miei colleghi erano già scesi dalle auto, mentre io ero rimasto alla guida. Stavo facendo manovra per parcheggiare la vettura che si trovava alla testa del corteo. Non ho sentito alcun rumore, niente di sospetto, assolutamente nulla. Improvvisamente è stato l'inferno".

Dopo Capaci, il magistrato palermitano sapeva bene di essere nel mirino di Cosa Nostra e ripeteva spesso la frase "Ora tocca a me". Stava indagando sulla morte di Falcone, annotando tutto sulla sua agenda rossa, sparita dalla sua 24 ore pochi minuti dopo la strage.

(Unioneonline/F)