Per molto tempo Dora ha pensato che tutto fosse sotto controllo, che tutto fosse perfetto. Marco era l’amore della sua vita e ogni cosa pareva filare liscia, senza neppure increspature sulla superficie. Eppure, dal momento in cui, tre anni prima, Marco l’ha lasciata, il mondo di Dora è andato in frantumi e lei ancora non ha trovato la consapevolezza per ripartire davvero.

Barricata dietro una routine fondata su tre certezze – il lavoro da pediatra in un ospedale di Milano, l’adorata nonna Ines e l’amica e confidente Cinzia -, ha lasciato che la sua vita privata si cristallizzasse. In ospedale, nonostante la viscerale antipatia che prova per il primario, Dora si sente utile, e questo la fa stare bene, ancora di più da quando è arrivato Gennarino, un bambino che le ha conquistato il cuore. Tra piccole soddisfazioni e qualche nota grigia, la vita di Dora prosegue in una comfort zone che le dà sicurezza. Ma il destino sta per bussare alla sua porta e Dora è una donna che ha in sé la forza per rimettersi in gioco.

Opera d’esordio di Chiara Baldi, “L’erede della felicità” (Mondadori Electa, 2023, pp. 228) ci racconta quanto sia complesso fare i conti con noi stessi e i nostri sentimenti. E lo fa prima di tutto attraverso la figura della protagonista, Dora, una donna in cui molte lettrici del libro si sono ritrovate come ci conferma proprio Chiara Baldi: «Dora è una donna del nostro tempo, è una donna in cui le mie lettrici si riconoscono molto. In tante mi hanno scritto o detto: ‘Dora è un po’ me’».

Ma chi è Dora. Ce la descrive in poche parole?

«È una donna che ha attraversato momenti difficili durante una relazione sentimentale, ha perduto una persona molto cara. Ha una amica che è l’unica persona che la capisce e riesce a starle vicino. È una persona a cui non sono mancate le difficoltà, che non ha risolto tutto dentro di sé, ma che comunque va avanti».

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Dica la verità: Dora le piace proprio…

«Non lo nascondo. È un personaggio che sento molto mio all’interno di un romanzo in cui c’è molto di me. Ogni personaggio è un pochino me e un pochino altre persone che fanno parte della mia vita».

Romanzo d’esordio: scriverlo che avventura è stata?

«Un’avventura non breve, dato che ci ho messo due anni a scriverlo. Non sempre è stato facile mettere su carta le idee che avevo. Forse alcuni elementi hanno giocato a mio sfavore».

Tipo?

«Intanto ho un background non di tipo letterario. Ho fatto studi scientifici ed economici. Ho però una grande passione per la lettura, una passione che paradossalmente mi si è un po’ rivoltata contro mentre scrivevo. Dopo aver letto tanti libri importati mi sono trovata a fare dei confronti nel momento in cui dovevo scrivere. Potevo essere all’altezza delle grandi scrittrici e dei grandi scrittori che avevo letto?».

Allora, studi scientifici ed economici, poi un romanzo. Ma lei sente di essere più ragione o sentimento?

«Grazie a questo romanzo ho realizzato un grande sogno, quello di scrivere, un sogno che spero possa continuare. E sono diventata assolutamente romantica. Se prima ero più testa, ora sono cuore. Sono cresciuta assieme al mio romanzo, sono cambiata molto, anche a livello sentimentale. E sono cambiati i miei rapporti con le persone che mi sono care».

Tutto questo grazie al romanzo?

«In un certo senso raccontando Dora ho messo a nudo me stessa. Nel momento in cui me ne sono resa conto, ho scoperto una parte di me che emergeva solo nella scrittura, ma che non riuscivo a palesare in altro modo».

Le persone attorno a lei come hanno vissuto questo suo cambiamento?

«Intanto nessuno - né il mio compagno, né la mia migliore amica e neppure la mia famiglia - sapevano che stavo scrivendo. Lo hanno scoperto solo dopo che ho firmato il contratto per il libro. Nessuno se lo aspettava e sono rimasti molto stupiti. E poi sono diventati i miei primi lettori e lettrici».

Ci sarà un seguito al libro?

«Si, sto lavorando a un secondo capitolo della storia di Dora».

Come è questa seconda avventura?

«Sicuramente sono meno preoccupata, forse anche grazie al fatto che i lettori stanno apprezzando questo mio primo romanzo. Ecco: mi devo confrontare con la paura di deludere che mi ha letto e apprezzato».

Ha timore di deludere se stessa?

«No, anche perché il seguito è il frutto della crescita personale avvenuta grazie al primo romanzo. Dora crescerà, risolverà un po’ dei suoi problemi ed è quello che sta accadendo anche a me».

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