Il pianeta Mercurio può avvisarci dell'arrivo di tempeste geomagnetiche sulla Terra.

Lo rivela uno studio guidato da Stefano Orsini, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) di Roma, pubblicato sulla rivista Scientific Reports del gruppo Nature.

L'analisi ha dimostrato la relazione diretta tra il transito di una bolla di plasma solare, le cosiddette Coronal Mass Ejection (Cme), e la dinamica del primo pianeta del sistema solare. In sostanza, la distribuzione del sodio negli strati più esterni dell’atmosfera di Mercurio può essere un vero e proprio campanello d’allarme delle perturbazioni solari ben prima del loro eventuale arrivo alla Terra, con conseguenti interruzioni di funzionamento degli apparati tecnologici sul nostro pianeta.

"Con questo studio - sostiene Christina Plainaki, ricercatrice dell'Agenzia Spaziale Italiana - l'Asi conferma la propria attenzione ad una sempre più stretta integrazione fra le attività scientifiche ed i loro potenziali usi applicativi".

"In particolare, questa indagine è un esempio di come le misure acquisite per lo studio del pianeta Mercurio possano fornire importanti indicazioni sulle condizioni - potenzialmente critiche - che si vengono poi a creare nelle vicinanze della Terra o in altri luoghi del nostro Sistema solare dove i nostri satelliti si trovano ad operare. Le metodologie della ‘meteorologia spaziale’ possono pertanto aiutare i nostri ingegneri a gestire in maggiore sicurezza e con maggiore affidabilità sistemi tecnologici sempre più importanti per la nostra società".

(Unioneonline/D)

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