A duecento anni dalla morte di Jane Austen, il mistero legato alla sua morte continua a fare appassionare generazioni di lettori del capolavoro "Orgoglio e pregiudizio".

Malattia ormonale? Cancro? Intossicazione alimentare? Finora erano queste le ipotesi messe in campo dagli studiosi per spiegare la morte prematura dell'autrice, deceduta a soli 41 anni, poche settimane dopo essersi recata a Wichester cercando aiuto per un "malore ignoto".

Ora un'inchiesta condotta dalla British Library propone una nuova ipotesi: avvelenamento da arsenico.

Alla base della teoria, gli occhiali da vista della scrittrice, oggetto di analisi da parte di un team di optometristi, che dimostrerebbero che la sua vista era peggiorata progressivamente con l'occlusione delle cataratte.

"Sintomo - scrive la studiosa Sandra Tuppen in un post sul blog della biblioteca - di un probabile avvelenamento da metallo pesante, come l'arsenico".

Non è detto, però, che qualcuno l'abbia assassinata, tengono a precisare i ricercatori. Il veleno all'epoca era nell'acqua, nei medicinali e persino nella carta da parati.

La teoria comunque non convince molti esperti: gli stessi occhiali, donati dalla famiglia Austen alla British Library, potrebbero non essere appartenuti alla scrittrice.

"Il problema", ha scritto la studiosa Deirdre Le Faye, "è che Jane Austen ha vissuto una vita così tranquilla, così placida, che non c’è stato quasi dramma. Non si trova, e allora la gente comincia a inventarselo".
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