In fondo, anche le leggende nascondono un minimo di verità, anche se non si trovano documenti e prove che le attestino.

E se teniamo conto di questo, quella di Cannigione, oggi ridente borgo turistico e residenziale marino di Arzachena, potrebbe non essere solo una piccola storia locale ma assumere una narrazione che si intreccia con quella che è stata grande Storia. A cominciare dall’occasione mancata, con la storia appunto, di essere scelta, ai tempi della grande Roma, quale porto al posto di Olbia; per proseguire poi con la presenza di due protagonisti della storia, come Napoleone Bonaparte e Orazio Nelson. 

A parlare di questi argomenti è stato recentemente, durante una conferenza dell’Università della Terza Età di La Maddalena, Mario Sotgiu, cultore di storia e di antichità, alla continua e appassionata ricerca di documenti, oggetti e racconti, ideatore e direttore del piccolo museo “La scatola del tempo” di Arzachena, allestitore e curatore di varie mostre.

Partiamo da Roma antica e dalla leggenda che di questa sarebbe stata, Cannigione, “l’Olbia mancata”. Roma conquistò la Sardegna in età repubblicana, nel 238 avanti Cristo. I discendenti di Romolo e Remo (giusto per rimanere nella leggenda), cercarono ben presto un luogo strategicamente dirimpettaio a Roma, dove consolidare la loro presenza militare, sviluppare il commercio, sfruttarne le risorse. L’attenzione sarebbe caduta proprio sulla piana di Cannigione e sulla grande insenatura ben riparata dai venti. La leggenda racconta però - ha affermato Mario Sotgiu –  «che arrivati alla punta di “Tres Montes”, tre navi romane, che lì avrebbero dovuto fondare la colonia, in una notte tempestosa, subissero un disastroso naufragio. E così per motivi legati più che altro alla superstizione non se ne fece niente, optando per un’altra grande insenatura, quella di Olbia». 

Perché gli anziani chiamavano “l’isulottu di Napulioni” quello posto di fronte a Laconia, a 1 km e mezzo dal borgo? Qui il Bonaparte, facente parte, da giovane ufficiale, della spedizione Franco-corsa che, nel 1793, avrebbe dovuto occupare la Sardegna, a cominciare da La Maddalena, «avrebbe passato una notte intera»,  ha detto Sotgiu, sfuggito alla ciurma della nave su cui era imbarcato che, vista la forte reazione armata sardo-maddalenina, voleva battere in ritirata. Napoleone s’oppose fortemente e, «per paura di venir ucciso», sarebbe riparato proprio lì. Una volta deciso di desistere dall’impresa, Napoleone avrebbe raggiunto la flotta ritornando in Corsica.

Prova non decisiva di questo racconto potrebbe essere il ritrovamento nel golfo di un’ancora francese risalente proprio a quel periodo. La terza leggenda «molto radicata», ha affermato Mario Sotgiu, vedrebbe protagonista l’ammiraglio inglese Orazio Nelson (l’Inghilterra era allora in guerra contro la Francia Napoleonica) che tra il 1803 e il 1805 – è storia - gettò più volte le ancore della sua Victory nelle acque tra La Maddalena e Palau. Non si sa bene perché ma, narra quest’altra leggenda, che sotto una grande quercia, sempre in località Laconia, vicino a Cannigione, Nelson avrebbe tenuto un summit con i comandanti della flotta impegnati in quell’operazione, per fare il punto della situazione. I documenti esistenti tuttavia negano che Nelson abbia mai messo piede a terra, durante la sua, a più riprese, presenza nel Nord-Sardegna, neanche a La Maddalena, unico porto ed unico paese allora esistente, nonostante i ripetuti inviti delle autorità del luogo, i cordiali rapporti epistolari e i doni inviati. Ma tant’è!

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