"Cara Unionedelcuore,

vorrei sottoporre ai lettori una questione piuttosto delicata che mi sta toccando da vicino da qualche settimana. Riguarda un collega con cui da qualche anno ho instaurato un bel rapporto d'amicizia, per via dei nostri figli che sono compagni scuola e di squadra. Con le nostre rispettive famiglie abbiamo iniziato a frequentarci per i bimbi e poi abbiamo legato sempre di più.

Nell'azienda in cui lavoriamo io ricopro una posizione delicata che mi obbliga a essere defilato e a non fare troppa comunella, ma come spesso capita nelle realtà piccole le voci prima o poi arrivano anche a me, e quella in questione riguarda proprio il mio amico e una tresca nemmeno troppo celata che avrebbe con una collega.

Senza dare troppo nell'occhio ho cercato di indagare e in effetti qualche riscontro della cosa l'ho avuto anch'io. Lascio ad altri i giudizi morali e mi limito a esprimere il dispiacere per le 'vittime' di questa brutta storia, e cioè una donna deliziosa, la moglie dell'amico, e un bambino che ho visto crescere e che potrebbe essere mio figlio. Proiettando la situazione sulla mia famiglia posso solo immaginare il dolore che la cosa provocherebbe, soprattutto se scoperta per 'sentito dire' o da qualche maligno.

Ho pensato più volte di affrontare il mio amico e chiedergli che intenzioni ha, ma professionalmente mi metterei nei pasticci e anche a livello personale potrei sentirmi dire - giustamente - che non è affar mio.

Mia moglie dice di non aver abbastanza confidenza con lui per affrontare il discorso e mi risponde che dovrei farmi gli affari miei. Forse ha ragione, ma non riesco a non sentirmi a disagio quando capita di vederli e mi domando con che faccia potrei guardare la nostra amica se la cosa dovesse venire fuori…"

(Per tutelare la privacy delle persone coinvolte non voglio indicare da dove scrivo, grazie).

C. F.

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