C hissà quali misteri nascondono i ragazzotti che mollano lo schiaffone al professore tutto “ordine, disciplina, ramanzina”. Sono incompresi e compressi nella loro fragilità che tentano di irrobustire con le pillole della guapperia o, anche, vittime di una scuola che non sacrifica un’ora di latino per scoprire il cittadino del domani? I professionisti culturali della tavola rotonda con sprofondamento tivù dibatteranno fino allo spasimo sbatacchiando quattro idee che poi sono come quei gelati fatti con la chiara dell’uovo: molta figura e poco sapore. La generazione Z è un miscuglio di sensibilità diverse spesso non colte e valorizzate al momento e nel modo giusto, animata da quartieri diversamente a rischio dove i libri entrano come la luce nell’ultimo dei sottani. Nella scuola meritocratica per decreto, che non boccia più quasi per legge, un ragazzo di 14 anni di Ancona terrorizzato per un 2 in matematica e una nota nel registro si è lanciato dalla finestra della scuola, senza riportare grossi danni grazie all’erba alta che ha attutito il colpo. “Sono un fallito”, ha lasciato scritto. Un 2 non registra il fallimento ma segnala una società egoista, una scuola bistrattata e dimenticata, famiglie in crisi in un mondo complessato. La fragilità dei giovani di oggi va capita. De Andrè in “Amico fragile” li immaginava evaporarsi “in una nuvola rossa”.

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