Insediamento nuragico, emporio fenicio, fortezza cartaginese, urbs romana, capoluogo bizantino e capitale arborense: Tharros nasconde oltre due millenni di storia nella propaggine meridionale della penisola del Sinis, nel territorio di Cabras. Assolutamente da visitare.

Tharros: un tuffo nella storia antica – L’antica città fu fondata nell’VIII secolo a.C. laddove prima già esisteva un insediamento nuragico, e abbandonata nell’XI d.C. Oggi è un museo a cielo aperto con una particolare forma ad anfiteatro naturale, affacciato sul mare e delimitato dall’istmo di capo san Marco e dai colli della borgata di San Giovanni di Sinis e di su Murru Mannu (grande muso).
L'area archologica di Tharros – In cima a su Murru Mannu si trova la testimonianza più antica, i resti del villaggio nuragico abbandonato prima dell’avvento dei fenici. Le eredità fenicie sono due necropoli e il tophet, santuario cimiteriale dove erano deposte le urne contenenti i resti incinerati di neonati e animali sacrificati. Con l’avvento cartaginese, all’incinerazione fu affiancata l’inumazione, furono riusate le sepolture a fossa fenicie e aggiunte tombe “a camera”, segnalate da steli con immagini delle divinità Baal Hammon e Tanit. Provengono dai sepolcri migliaia di manufatti dei corredi funebri: ceramiche, gioielli, amuleti, scarabei. Prima della conquista romana (238 a.C.) furono eretti edifici civili e di culto, tra cui il tempio “delle semicolonne doriche”, rampa gradonata decorata a rilievo nella parte alta con semicolonne doriche e lesene. Il tempio fu in parte smantellato in età imperiale e sorse un nuovo santuario, uno dei tanti dei quali i romani costellarono la città. In età repubblicana fu avviato un processo di rinnovamento che culminò in età imperiale. L’urbs fu trasformata secondo schemi ortogonali, tra strade “regolari”, lastricate e canalizzate per il deflusso, espressione di un articolato sistema fognario. Nel massimo splendore (III d.C.) sorsero tre impianti termali, a ridosso del mare. Nell’alto Medioevo parti delle terme divennero sepolture bizantine, altre furono annesse a un complesso paleocristiano comprendente un battistero (V-VI d.C.) e un santuario, forse l’ecclesia sancti Marci. Per secoli Tharros subì una lenta decadenza anche a causa delle incursioni dei Saraceni, e un progressivo spopolamento, culminati nel 1071 quando la sede episcopale fu trasferita a Oristano, divenuta anche capitale giudicale. 
Tharros e il suo contesto naturale: la posizione e l'ambiente – Tharros è incastonata in un contesto particolarmente suggestivo, caratterizzato da un paesaggio affascinante in cui dominano i colori della natura: l’azzurro del mare, il verde della vegetazione mediterranea, le tinte grigio-rossastre di rocce e rovine. Nelle immediate vicinanze ci sono le bellissime spiagge di Is Arutas e di Mari Ermi a nord, e quelle di Cabras in direzione est. 
Curiosità e leggende su Tharros – Sin dal XVII secolo i corredi funerari delle necropoli furono preda di cercatori di tesori a caccia del leggendario “oro di Tharros”. Uno dei più fortunati fu nel 1851 l’inglese Lord Vernon, che partì da Tharros con il prezioso contenuto di oltre quattordici tombe a camera inviolate e scatenò una caccia che vide circa cinquecento uomini di Cabras e dei paesi vicini operare uno dei più grandi saccheggi che la necropoli mai conobbe; per tre settimane, alla disperata ricerca di gioielli e suppellettili varie, questi uomini, scavando giorno e notte, depredarono più di cento tombe, contribuendo alla dispersione dei corredi in numerosissime collezioni pubbliche e private. Per fortuna, il “bottino” finì in parte al British Museum di Londra, parte è nei musei archeologici di Cabras e Cagliari e all’Antiquarium arborense di Oristano. 
Visitare Tharros: cosa vedere, informazioni utili e consigli – L’area archeologica di Tharros è visitabile tutti i giorni con orari diversi, disponibili sul sito. Le rovine più interessanti sono quelle del periodo punico con i diversi templi. Poi ci sono quelle del periodo romano tra cui le terme, un piccolo anfiteatro, l’acquedotto, il foro e diversi templi. Infine quelle del periodo alto-medievale, come una vasca battesimale risalente al V secolo. 

Quanto tempo ci vuole per visitare Tharros? – La visita al sito archeologico dura circa un’ora e mezza.

(Unioneonline/D)

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