I murales di Orgosolo raccontano la storia di un fermento intellettuale sempre vivo, di un territorio culturalmente fervido, ribelle e politicamente attivo. 

Il paese sardo dei murales offre scorci di una Sardegna antica e senza tempo, circondata da una natura lussureggiante e incontaminata. In ogni casa, in ogni parete, la storia dei murales di Orgosolo sovrasta tutto: una passeggiata per le vie del paese si trasforma in lettura assorta e silenziosa, in condivisione di emozioni affrescate sui muri in pietra e accompagnate dal tradizionale canto dei tenores. 
La mappa dei murales di Orgosolo comprende ben 150 dipinti murali che attirano ogni anno la curiosità di migliaia di turisti italiani e stranieri. Affascinante la spiegazione dei murales: la vivacità degli anni ‘60 e ‘70 favorì lo sviluppo dei murales collettivi, che descrivono ancora oggi con dovizia di particolari la vita contadina e le lotte di potere, alternando tematiche socio-politiche alla rappresentazione di icone tipiche della quotidianità: donne al lavoro, uomini a cavallo e pastori.

Cristiano De Andrè con il frontman degli Istentales, Gigi Sanna, davanti al murale del padre (Archivio L'Unione Sarda)
Cristiano De Andrè con il frontman degli Istentales, Gigi Sanna, davanti al murale del padre (Archivio L'Unione Sarda)
Cristiano De Andrè con il frontman degli Istentales, Gigi Sanna, davanti al murale del padre (Archivio L'Unione Sarda)

La storia dei murales di Orgosolo ebbe inizio nel 1969 con Dioniso, nome collettivo di un gruppo di anarchici. Da quel momento centinaia di murales colorano le vie di Orgosolo come una vera mappa e raccontano i costumi e le tradizioni, la cultura e l’intimo dissenso dei barbaricini. Uno dei murales più belli è dedicato a Fabrizio de André, ed è di Francesco Del Casino.

(Unioneonline/D)

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