Cinque Comuni senza candidati sindaci e 16 comuni dove sulla scheda gli elettori troveranno un'unica lista, con lo spauracchio del quorum da raggiungere.

La Sardegna diventa una specie di caso in vista delle prossime elezioni comunali del 10 giugno, emblema della "disaffezione" degli italiani nei confronti della politica, intesa anche come impegno e servizio.

Della situazione sarda, dove su 43 paesi chiamati al rinnovo del consiglio comunale solo 38 andranno effettivamente al voto, si è occupata, tra gli altri, l'agenzia Adn Kronos, che ha chiesto conto dei motivi di tale idiosincrasia verso la cosa pubblica all'assessore regionale agli Enti locali Cristiano Erriu.

"Siamo di fronte - l'analisi di Erriu - a una preoccupante tendenza in atto da tempo. E le cause sono molteplici, a cominciare dalla oggettiva difficoltà ad amministrare i Comuni che dispongono di risorse limitate, di mezzi insufficienti e di poco personale".

Inoltre, aggiunge l'assessore, "si tratta di un'attività importante pressoché volontaria con responsabilità e anche rischi in caso di eventi che riguardano la salute e la sicurezza delle persone".

Inoltre, prosegue l'assessore, "persiste un generale discredito della politica che ha cessato di essere percepita come un alto servizio a beneficio del bene comune e allontana le persone dall'impegno pubblico".

E, per quanto riguarda l'Isola, non si possono dimenticare le minacce e gli attentati che periodicamente prendono di mira i politici, siano essi sindaci, assessori o consiglieri comunali.

Lo rimarca lo stesso Erriu: "Completano il quadro negativo i ricorrenti atti di intimidazione rivolti agli amministratori locali, che disincentivano ulteriormente entusiasmi, aspirazioni e disponibilità''.

(Unioneonline/l.f.)
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