Il Consiglio regionale ha approvato all'unanimità la riforma del lavoro in Sardegna.

Il cardine è la nuova Agenzia per le politiche del lavoro (Aspal) che ingloba i centri per l'impiego, trasformati in articolazione territoriale della Aspal.

L'Agenzia ha a disposizione 28,9 milioni per il 2016 e 29,8 milioni per il 2017.

Dunque le competenze in materia di occupazione tornano tutte in capo alla Regione (prima una parte era delle Province)

Tra le principali novità la conferma definitiva, dopo il periodo di sperimentazione, dell'assegno di ricollocazione che verrà erogato a seconda del profilo di occupabilità, e il Fondo per l'occupazione dei disabili, che potranno anche beneficiare di progetti personalizzati di inclusione lavorativa per le persone che hanno avuto un contratto a termine nell'ambito del programma Lavor@bile.

All'Aspal opereranno 696 dipendenti, compresi gli attuali 93 della vecchia Agenzia, ma la dotazione organica prevede sino a 800 dipendenti.

Entra a far parte dell'Aspal il personale a tempo indeterminato, già trasferito alle Province dal ministero del Lavoro (240 unità), il personale di ruolo delle Province impiegato in via esclusiva nel sistema dei servizi e delle politiche attive dal 2013 (70) e il personale con contratto a termine che opera già nell'Agenzia tramite i Csl e Cesil (301) e che verrà stabilizzato.

LAspal potrà stipulare contratti di lavoro con i precari della vecchia Agenzia o delle Province che si sono occupati già della materia. La riforma rimanda anche ad un disegno di legge della Giunta, che dovrà essere varato entro 60 giorni, legato al Fondo per l'integrazione del trattamento di quiescenza (Fitq). Si tratta della previdenza complementare dei dipendenti pubblici regionali.

Istituita anche la Commissione per le politiche del lavoro, che coinvolgerà le parti sociali nella definizione degli indirizzi e delle scelte programmatiche della Regione. Di nuova istituzione anche la Conferenza per le politiche del lavoro quale momento di confronto e partecipazione delle rappresentanze istituzionali ed economico-sociali alla formulazione di orientamenti e proposte in merito alla strategia regionale.

I COMMENTI - "Da oggi la Sardegna potrà contare su un sistema di Servizi per l’impiego rinnovato e rinforzato, su cui potremo fondare Politiche attive per il lavoro più efficaci", ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru. "Un sistema più efficiente e giusto, oltre che territorialmente uniforme, con una più precisa attribuzione delle funzioni svolte dai diversi soggetti pubblici coinvolti, in particolar modo tra Assessorato, Aspal e servizi per l’impiego pubblici e privati”.

“Non un punto di arrivo, ma un primo passo nel lungo cammino per risolvere le situazioni di precarietà tuttora esistenti”. Così Pietro Pittalis, capogruppo di Forza Italia, commenta l’approvazione della legge sulla disciplina dei servizi e delle politiche del lavoro. “Sono molte – evidenzia l’esponente azzurro- le situazioni che restano ancora fuori da questa legge, come sono tante le famiglie in attesa di risposte concrete. Per queste chiediamo un impegno straordinario alla Giunta regionale affinché non vi siano sperequazioni di nessun genere".

“La legge sui servizi e le politiche del lavoro approvata stamani è una scatola vuota, perché affronta il problema di assistere i giovani nella ricerca di un impiego ma non quello di garantire loro delle competenze spendibili nel mercato occupazionale. Se non si chiude la filiera della formazione, con una riforma complessiva che metta in un unico sistema l’istruzione, la formazione professionale e le politiche del lavoro, il dramma della disoccupazione giovanile rischia di diventare un male cronico della nostra Isola”, dichiara il capogruppo dei Riformatori Sardi – Liberaldemocratici in Consiglio regionale, Attilio Dedoni.

“La legge prevede un’infornata di oltre 300 precari, facendo scarsa o nulla discrezione tra chi merita la stabilizzazione e chi invece dovrebbe passare attraverso una giusta selezione, prima di essere assunto”, attacca Paolo Truzzu (FdI). “Questa infornata, se sarà impugnata dal Governo, come già successo a gennaio per un provvedimento analogo della Regione Puglia, corre il rischio di penalizzare tutti quei precari che hanno meritatamente superato una selezione pubblica. Se non sarà impugnata, invece, costituirà il colpo di grazia per ogni futuro concorso regionale, in quanto cannibalizza i posti a disposizione per il turn-over dei dipendenti e il budget necessario per ulteriori assunzioni”.
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