Per ora bocche cucite sul vertice - per la segreteria nazionale c'erano il responsabile degli Enti locali Stefano Bonaccini e il capo dell'organizzazione Luca Lotti - nel quale si è discusso proprio della candidatura dell'europarlamentare, coinvolta nell'inchiesta giudiziaria sull'utilizzo dei fondi ai gruppi del Consiglio regionale. Era stato Lai a chiedere un faccia a faccia con la nuova dirigenza del Pd scrivendo a Matteo Renzi e chiedendogli una comune responsabilità sul caso Sardegna, visto che il primo test elettorale dell'era Renzi si terrà nell'Isola, si parla del 23 febbraio prossimo come possibile data del voto. Al vertice romano non c'era il nuovo segretario del Pd, che ieri su twitter ha interagito con gli altri utenti nella diretta #matteorisponde. Renzi ha però preferito spaziare su argomenti nazionali e a chi gli chiedeva del futuro di Francesca Barracciu ha preferito non rispondere. Insomma, la decisione finale sulla candidata vincente alle primarie Pd sembra congelata. Un silenzio che a molti non lascia presagire niente di buono. Ma nulla è scontato, visto che poco prima delle primarie stravinte contro Cuperlo e Civati, Renzi, il suo staff e i "renziani" sardi" avevano più volte sostenuto - e difeso - la scelta di Barracciu come candidata alla presidenza della Regione.

SEL AVVISA IL PDL - Nel frattempo tra gli alleati del centrosinistra, nelle ultime settimane, sono riemersi i maldipancia sull'opportunità di candidare la Barracciu e alcuni componenti del tavolo lo hanno già abbandonato - è il caso dei Rossomori - per schierarsi con un nuovo fronte politico. Anche oggi Sel fa capire che è pronta ad andare per la sua strada. "Sentiamo l'esigenza di dare un segnale forte fin da subito, a partire dalle imminenti elezioni regionali, che assumono una particolare importanza perché saranno banco di prova per verificare la reale consistenza del centrosinistra futuro - scrive in un post su Facebook l'ex coordinatore provinciale di Cagliari, Francesco Agus - Per questa ragione non possiamo che ribadire l'esigenza di una candidatura alla Presidenza che sia davvero espressione di un nuovo modo di intendere la politica e capace di vincere le elezioni. Crediamo che la candidatura emersa dalle primarie regionali non sia in grado di garantire né la necessaria sintesi fra le forze che compongono la coalizione, né la forte innovazione e discontinuità necessaria per riconciliare il centrosinistra ai suoi potenziali elettori".
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