Due cristiani sono stati bruciati vivi da una folla di musulmani, sembra circa 400 persone, perché accusati di blasfemia. Vittime della furia religiosa sono stati il 26enne Shahzad e sua moglie Shama, 24 anni. I due, che lavoravano in una fabbrica di argilla vicino a Kot Radha Kishan, a sud di Laore, sono stati sequestrati e tenuti prigionieri per due giorni e stamattina sono stati spinti nella fornace dove vengono fatti cuocere i mattoni. L'episodio bollato come atto blasfemo si riferisce alla recente morte del padre di Shahzad: il giovane, ripulendo l'abitazione del genitore, aveva preso alcuni oggetti personali, come carte e fogli, ritenuti inservibili, ne aveva fatto un mucchietto e aveva appiccato un piccolo rogo. Secondo un musulmano che ha assistito alla scena, tra le fiamme ci sarebbero stata anche delle pagine del Corano.

Trentasette persone sono state fermate dalla polizia con l'accusa di essere gli autori del duplice omicidio.
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