A una settimana dalla fine, agosto è già il mese più piovoso da quando si raccolgono i dati (1922), con medie che raggiungono anche il +1000%.

Nubifragi e grandinate stanno devastando le colture agricole: sono già milioni di euro i danni che vanno a sommarsi ai 300 milioni di euro subiti lo scorso anno dalla siccità.

L'allarme arriva dalla Coldiretti Sardegna.

Dalle rilevazioni di Sardegna Clima, agosto di quest'anno, soprattutto nella parte costiera e occidentale può già essere classificato come un mese eccezionale per gli accumuli pluviometrici che risultano i più alti da quando si registrano i dati (1922).

Le medie mensili in questo mese oscillano normalmente da pochi millimetri delle aree costiere meridionali (5/8 mm) ai 30/40 mm delle zone interne e di montagna.

Ad oggi ci troviamo di fronte a dati provvisori addirittura prossimi ai 200 mm tra Goceano e Barbagia. Anomalie pluviometriche che si fanno ancora più estreme (>1000%) sui settori meridionali: sull'hinterland di Cagliari si registrano picchi fino a 140 mm.

Nei campi, in molti casi la situazione è critica.

Le piogge dell'ultima settimana sono state il colpo di grazia per molte colture: terreni allagati, frutti devastati dalla troppa acqua, dalla forza delle precipitazioni e dalle grandinate, oltre che invase dai funghi che in queste condizioni trovano il proprio habitat naturale e possono proliferare tranquillamente.

Si stimano milioni di euro di perdite.

LE COLTURE PENALIZZATE - Tra i più penalizzati ci sono i vignaioli.

Alcune cantine hanno dovuto interrompere la vendemmia e non potranno riprendere, tempo permettendo, prima di 15-20 giorni. Le perdite in questo campo si aggirano intorno al 40% con punte del 70.

Il problema riguarda tutta la Sardegna, ma in particolare il centro sud (dalla Planargia e Barbagia in giù).

Fortemente danneggiata anche la frutta: le perdite sono intorno al 50% per pesche, susine, ma anche meloni e angurie. In diversi casi le grandinate hanno addirittura spaccato le angurie.

Compromesso anche il raccolto dei pomodori da industria, dove le perdite oscillano intorno tra il 60 e 70%, e quello di melanzane, peperoni e altri ortaggi.

Una delle colture più penalizzate è infine quella dei carciofi. D

"Il riconoscimento dello stato di calamità è doveroso - ha affermato il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu - ma ciò che chiediamo è la tempistica. È fondamentale intervenire immediatamente perché le perdite sono molto alte e non dobbiamo dimenticare anche che questi prodotti coltivati e raccolti a seguito di tante spese poi si ritrovano ad essere pagati all'agricoltore sottocosto per via di filiere troppo lunghe e spesso poco trasparenti".

(Unioneonline/F)

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