"Il problema dei trasporti più importante in Sardegna non è la continuità territoriale aerea, nonostante sia il tema maggiormente di moda. La questione primaria è quella dei collegamenti regionali e delle conseguenze del loro funzionamento deficitario: lo spopolamento delle zone interne, causato soprattutto dalla mancata garanzia di una mobilità sostenibile, porterà alla concentrazione della popolazione nelle città e sulle coste. Stiamo trasformando la Sardegna in una ciambella col buco".

Queste le parole pronunciate da Valerio Zoccheddu, segretario generale Fit Cisl Sardegna, nella sua relazione davanti al consiglio generale sulla situazione dei trasporti nell'Isola.

Il segretario ha tracciato un quadro fosco delle infrastrutture sarde, a partire dalla gestione dell'Anas: "Oltre 600 milioni di investimenti, 50 di manutenzioni straordinarie, oltre 3mila chilometri di strade da gestire nelle mani di un dirigente incapace di assolvere al proprio compito. L’autorevolezza che vanta con la direzione romana non gli consente di gestire gli innumerevoli dossier della strade sarde, con interventi ormai al collasso e la gestione della manutenzione ordinaria lasciata al degrado, per il continuo esodo del personale addetto all’esercizio non sostituito", ha detto ancora Zoncheddu.

Un problema a cui è collegato il tema del trasporto pubblico locale, su cui incombe la data del 3 dicembre 2019, giorno in cui scadrà la proroga sui contratti di servizio, su strada e ferrovia.

"Mettere a gara il trasporto pubblico locale in un unico ambito ottimale regionale, come dimostra il fallimento nelle regioni dove è stato attuato, è un azzardo che non offre alcuna garanzia di economicità ed efficienza e, soprattutto, mette a forte rischio la tenuta dell’attuale forza lavoro impiegata: circa 3.500 dipendenti tra pubblico e privato", ha aggiunto il segretario Fit Cisl Sardegna.

Sul versante delle ferrovie, la denuncia di Zoncheddu riguarda lo stato della rete: "La rete ferroviaria sarda è l’unica rete regionale a binario unico senza elettrificazione di un solo chilometro e senza trasporto merci. Appare del tutto evidente come in Sardegna manchi ormai da troppi anni un piano regionale dei trasporti, l’ultimo risale al novembre 2008, sia per le merci che per le persone, che consenta di inserire ogni intervento all’interno di un progetto organico".

Sul fronte trasporto aereo e marittimo, invece, ci si trova a vivere un momento interlocutorio.

"Le politiche per la continuità territoriale da e per la Sardegna attraverso il trasporto aereo e marittimo sono state e sono condizionate, per un verso da scelte spesso contraddittorie da parte delle giunte regionali che si sono succedute (tariffa unica residenti e non, contro tariffa agevolata solo per i residenti; esclusività dei voli e numero degli stessi, agevolazioni alle low-cost), dall’altro da ostacoli degli euro-burocrati che, in nome della libera concorrenza, si scordano del diritto della Sardegna alla mobilità con costi analoghi alle altre regioni europee", ha affermato Zoncheddu.

"A nessuno può sfuggire il ruolo che ha il sistema della mobilità delle merci, sia in arrivo e in uscita dall’isola che al proprio interno, per lo sviluppo produttivo della Sardegna. Nessuna impresa si sognerebbe di impiantare una qualsiasi attività senza avere certezza su tempi e costi per approvvigionare le materie prime e inoltrare il prodotto lavorato”, ha concluso.

(Unioneonline/F)
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