"Finalmente il tema del Destination Wedding comincia ad acquisire una certa rilevanza anche dal punto di vista istituzionale".

È soddisfatta Paola Repetto Consoli, che da Roma si è trasferita a Cagliari vent'anni fa: si è innamorata della Sardegna e qui è diventata wedding planner e designer ("quando la professione, ora tanto di moda, muoveva i suoi primi passi") sposando "svariate decine di coppie" ("Mi crede se le dico che non ricordo il numero esatto?").

Alla Bit di Milano, c'è anche I Love Wedding tra le quattro aree tematiche inedite per l'edizione del 2018, oltre alla Bit4Job (dedicata all’incontro tra domanda e offerta professionali e al recruiting), A Bit of Taste (incentrata sul turismo enogastronomico, tra le principali motivazioni che spingono gli stranieri a scegliere l’Italia) Be Tech (dedicata al digitale e alla tecnologia).

Cosa ci fa una wedding planner alla Bit?

"Anche il matrimonio è una forma di turismo incoming. Gli sposi non vengono mai da soli, hanno un seguito numerosissimo. Invitati che diventano turisti, che apprezzano l'Isola, spendono e poi ritornano. In una delle ultime nozze che ho organizzato, sono venute ben 192 persone".

I suoi clienti sono italiani o stranieri?

"Per lo più italiani. Ma gli stranieri, che spesso hanno una disponibilità di spesa superiore alla media, sono sempre di più. Qui alla Bit, quest'anno siamo rimasti stupiti dal numero di indiani che hanno chiesto di noi. Americani e europei li abbiamo sempre visti, ma adesso è il Sud-Est asiatico - con il suo bagaglio di culture e folklore così diverso - a scegliere la Sardegna come meta di 'destination wedding'. E questo è sicuramente un aspetto molto curioso e interessante".

Qual è la location più gettonata?

"Il mare, sempre il mare. Il matrimonio sulla spiaggia - non solo d'estate, ma anche in autunno - è sempre il più gettonato. Unica eccezione, qualche volta, sono i sardi che lavorano fuori. Loro spesso preferiscono sposarsi nella loro zona".

Angelica D'Errico

(Unione Online)
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