Si chiude con il segno meno la settimana delle borse europee.

Mentre Wall Street rallenta – dopo dieci rialzi consecutivi e in attesa del discorso che Donald Trump pronuncerà davanti al Congresso la prossima settimana sulle nuove misure fiscali ed economiche – gli indici continentali soffrono ancora le incertezze politiche che attraversano l'Europa.

A subire le maggiori perdite è stata oggi Francoforte (- 1,20%), seguita da Milano (-1,18%), Parigi (-0,94%) e Londra (-0,38%).

A Piazza Affari, la maglia nera di giornata va a Saipem (-6,8%), che nei conti 2016 diffusi ieri ha riportato un risultato netto in rosso per 2 miliardi, e desta preoccupazioni per quel che riguarda le aspettative sul 2018.

Ma continua a scendere con evidenza anche Banco Bpm (-6,65%), che secondo gli analisti pagherebbe i timori circa l'impatto della riduzione dei crediti problematici.

In generale, tutto il comparto bancario ha vissuto una seduta pesante, con Intesa Sanpaolo che ha ceduto il 2,26%, Mediobanca il 2,81% e Ubi Banca il 2,48%.

Unicredit, che ieri ha concluso la fase principale del maxi-aumento di capitale da 13 miliardi con la sottoscrizione del 99,8% delle nuove azioni offerte (mancano all'appello solo 30 milioni), ha invece lasciato sul terreno il 2,25%.

Tra i rossi più evidenti sul listino milanese spicca inoltre Fiat Chrysler (-3,15%), mentre Ferrari cede l’1,45% nel giorno di presentazione della sua nuova monoposto.

Deboli anche i titoli di Telecom Italia (-1,69%) e Mediaset (-1,34%), risentendo quindi dell'inchiesta sull'aggiotaggio che vede coinvolti i vertici di Vivendi nell'ambito della scalata al Biscione (alla Borsa di Parigi, la società francese ha invece perso quasi il 4%).

Sul fronte dei rialzi, mette a segno un vero e proprio scatto Leonardo (Finmeccanica), che guadagna il 3,8% grazie ai positivi conti 2016 (con un utile netto migliore delle attese).

Per quanto concerne i titoli di Stato, si allarga ancora lo spread tra Btp e Bund, in chiusura a quota 200.

Il rendimento del decennale italiano sul mercato secondario è infatti calato di 2 punti base (a 2,18%), ma quello dell'omologo tedesco è sceso di 5 punti base (allo 0,18%).
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