Ogni anno tolgono al commercio regolare almeno un miliardo di euro.

Per non parlare del fatturato pari a 672 milioni, il 12% dei cinque miliardi e seicento milioni incassati da chi lavora alla luce del giorno.

Queste le cifre dell'abusivismo in Sardegna secondo le stime del Centro studi di Confesercenti.

Il risultato è devastante: per ogni attività regolare c'è n'è una che non lo è.

Tutto questo si traduce in un danno per l'erario valutato in 341,9 milioni di mancati introiti fiscali di un esercito venditori al dettaglio di abbigliamento e calzature, frutta, verdura e fiori, ma anche di chi esercita mestieri come l'idraulico, il muratore in economia, la guida turistica.

Ma il comparto dove l'abusivismo si fa sentire pesantemente è quello della vendita al dettaglio di carburanti (143 milioni), secondo solo al settore della ristorazione, compresi bar e agriturismo, che sfonda il tetto dei 165 milioni all'anno.

Nel mirino del Centro studi di Confcommercio anche le cosiddette attività agevolate (95 milioni di euro) tra cui spiccano i mercatini dell'usato, le vendite dirette in azienda, circoli privati e associazioni culturali.
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