La ripresa è arrivata ed è destinata a consolidarsi nel corso dei prossimi trimestri e bene a fatto il governo a coniugare la politica per la crescita con il rigore nei conti pubblici.

Tutto bene però a patto che le tensioni in Grecia non destabilizzino la congiuntura europea (governare la crisi di Atene "è nell'interesse di tutti") e tenendo conto che non si può contare solo sulla politica monetaria ed il bazooka di Draghi, il cosiddetto QE per la ripresa.

Ignazio Visco nelle sue quarte Considerazioni Finali, lette con qualche giorno di anticipo rispetto al tradizionale appuntamento del 31 maggio a causa degli impegni internazionali dei governatori e dei ministri finanziari del G7, mostra l'ottimismo confortante dei dati macro, confermati anche dall'Ocse che parla per i primi tre mesi 2015 del risultato migliore degli ultimi due anni, ma invita anche alla realtà delle riforme da portare avanti senza indugi; perché, osserva nelle venti pagine della Relazione, di cose da fare ce ne sono molte.

Scuola e pubblica amministrazione sono indietro rispetto agli altri paesi europei, per esempio, e vanno ammodernare, mentre l'innovazione è scarsa e qui la responsabilità cade direttamente sulle imprese.
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