Le domande fino ad oggi ricevute - scrive l'Esecutivo Ue sulla Gazzetta Ufficiale - "mostrano che il regime è utilizzato in modo sproporzionato da produttori di formaggio, in aree che tradizionalmente non esportano quantità significative verso la Russia". Prima che la Commissione Ue decidesse oggi la chiusura dell'ammasso privato di formaggi, i produttori italiani avevano presentato a Bruxelles domande di aiuti per l'ammasso privato di 74.254 tonnellate di prodotti. Le altre richieste erano giunte dai produttori irlandesi (4.455 t.), olandesi (3.661 t.) e svedesi (2.324). Complessivamente - secondo quanto appreso dall'Ansa - sono state presentate a Bruxelles domande di aiuto per 84.962 euro rispetto al tetto di 155mila tonnellate previsto.

COLDIRETTI - L'esportazione di prodotti lattiero caseari italiani in Russia è stata pari a 45 milioni di euro nel 2013 tra i quali un peso rilevante è rappresentato da Parmigiano Reggiano e Grana Padano per un totale di circa 15 milioni mentre vale 1,5 milioni l'export di Pecorino e Fiore Sardo. E' quanto afferma la Coldiretti nel commentare la decisione della Commissione europea di porre fine all'ammasso privato per i formaggi, che aveva introdotto per contrastare i danni subiti dai produttori europei in seguito all'embargo russo. Ai danni diretti si aggiungono quelli indiretti che - sottolinea la Coldiretti - hanno portato al calo dei prezzi sul mercato interno, con il Parmigiano Reggiano che si vendeva all'ingrosso prima dell'embargo russo a 7,70 euro al chilo mentre ora si vende a 7 euro, mentre il Grana Padano si vendeva a 6,80 ed ora a 6,10 euro al chilo. In un rapido conto la perdita solo per i due grandi formaggi supera sicuramente i 250 milioni di euro. E rilevanti - conclude la Coldiretti - sono anche le esportazioni di formaggi freschi per un importo di 13 milioni di euro come le mozzarelle che sono stati escluse dagli aiuti ora sospesi.
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