I sardi hanno propensione al risparmio superiore alla media nazionale e a quella di tutto il Mezzogiorno, e sono riusciti a riportare i propri livelli di ricchezza al livello del 2010, inoltre sono cauti negli investimenti. Sono queste le caratteristiche dei sardi evidenziate dal secondo Rapporto dell'Osservatorio del Risparmio promosso da UniCredit e Pioneer Investments. Lo studio, basandosi sui dati raccolti dal 1995 al 2012 e su indicazioni predittive per il 2013, fotografa la situazione del risparmio delle famiglie nell'isola. L'analisi dei dati relativi al risparmio registrati negli ultimi anni in Sardegna mostra un trend in graduale flessione. Se infatti nel 2012 si era registrato, sul fronte del risparmio complessivo accumulato nella Regione, un calo del 2,9% rispetto all'anno precedente, nel 2013 si è avuto un -7%. "Degno di nota, tuttavia, è il dato della propensione al risparmio - ha spiegato l'Osservatorio - ovvero la quota del risparmio lordo sul reddito disponibile lordo: confrontando i numeri in Sardegna con la media Italia e con quella del Mezzogiorno si può rilevare come si registri nel 2013 un 21%, rispetto all'11,6% nazionale e al 16,4% meridionale. L'elevata propensione al risparmio dei sardi è riuscita a mantenersi costante negli ultimi anni: 21% nel 2011, 21,8% nel 2012, 21% nel 2013. "Il cauto ottimismo registrato negli ultimi tempi sulle sorti dell'economia nazionale - ha commentato Frederik Geertman, Regional Manager per il Centro Italia di UniCredit - viene accolto 'con riservà dai risparmiatori sardi che confermano un profilo prudente e con forte propensione al risparmio. Dall'Osservatorio risulta che i consumi sono ancora in calo nella Regione, ma in misura minore rispetto ad un anno particolarmente critico come è stato il 2012. In un contesto che presenta ancora forti incertezze sul fronte occupazionale, i sardi hanno adottato una strategia conservativa nella gestione e confermano una certa oculatezza, con una esposizione di portafoglio orientata verso strumenti finanziari semplici, con un profilo di rischio contenuto, ma poco remunerativi. Una strategia che ha consentito di proteggere meglio la ricchezza in una fase di turbolenza dei mercati, con un valore pro-capite che nel 2013 appare in crescita rispetto al 2012 e che risulta superiore ai valori pre-crisi".
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