"La morte di Emanuela e la mafia hanno distrutto la mia famiglia", ha ripetuto ieri in occasione delle celebrazioni a Sestu. Fu quella tragedia a far ammalare i loro genitori: "Sono morti perché non hanno resistito al grande dolore".

Emanuela aveva 24 anni ed era in procinto di sposarsi. Era stata assegnata al nucleo scorte di Palermo dopo la strage di Capaci, in cui morirono il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvilio e la sua scorta. Vent'anni dopo, il dolore tra i familiari e la comunità di Sestu, dove Emanuela era nata e cresciuta, è immutato.

Diverse le iniziative per rendere omaggio al suo coraggio e spirito di dedizione, in particolare nel comune di Sestu. Ieri mattina nel cimitero del paese è stata celebrata la Messa ed è stata deposta una corona di fiori. Poi ha fatto seguito il concerto della Banda musicale G. Verdi. Di sera in Municipio l'incontro: "A vent'anni dalle stragi di via D'Amelio: la memoria delle vittime e l'impegno per la legalità e la giustizia", successivamente lo spettacolo della Compagnia Teatrale Nuova Scena "Faber Est, il mondo di Fabrizio De Andrè".

Anche Cagliari ha ricordato l'agente di scorta. Nel parco di Monte Claro, su iniziativa della Provincia di Cagliari e del Movimento Culturale Sardegna Virtuosa, è stato piantato un ulivo per onorare la sua memoria, ad affiancare quelli già piantati in ricordo di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e Peppino Impastato. Perché, per usare le parole dei familiari di Emanuela, "Il valore della memoria dei nostri cari, che hanno sacrificato la loro vita terrena per il bene comune, deve diventare un patrimonio per la nostra società".
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