È stato padre spirituale di almeno tre generazioni di giovani, che ha accompagnato alla vita religiosa o coniugale con quel tratto discreto e leggero, sempre dietro le quinte di chi si affidava alla sua francescana saggezza. Padre Stefano Mascia è stato soprattutto questa figura genitoriale, un padre che, prima di confortare o rimproverare, sapeva soprattutto ascoltare. Sempre.

Nella sala mortuaria dell'ospedale Santissima Trinità colpiva la fila, ininterrotta e commossa, di coppie di sposi, di giovani, laici o in cammino verso i voti, che piangevano il loro padre Stefano.

Negli ultimi mesi, ormai lungodegente nell'infermeria del convento di Buoncammino, attaccato alla sua protesi respiratoria (come la definiva con quella punta d'immancabile ironia), la lettura e la preghiera erano il suo pane quotidiano.

Dopo quelli dedicati alla Madonna, per la quale aveva una devozione particolare, ha fatto in tempo a vedere pubblicato il suo ultimo libro su fra Nicola. Ma il suo cruccio era quello di spedire in tempo la preghiera mariana del mese, pubblicata su "Voce Serafica", mensile diretto dal fratello di sangue Tarcisio.

Ai suoi funerali, nella chiesa di Ignazio e Nicola, con l'intera famiglia francescana anche l'arcivescovo Miglio e i vescovi Morfino e Marcia, insieme ai tanti figli spirituali.

Paolo Matta

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