Ammontano a 1,7 miliardi i danni per le casse dello Stato provocati dalla mega evasione scoperta dagli uomini del Nucleo di polizia valutaria della Gdf. Secondo l'accusa, l’evasione sarebbe stata realizzata dal consorzio di cooperative Gesconet.

LA STRATEGIA - Il meccanismo messo in piedi dagli indagati, hanno ricostruito gli investigatori, consisteva nell’affidamento di servizi in subappalto a società cooperative appositamente costituite, da parte delle società degli indagati, che si aggiudicavano gli appalti sia da enti pubblici sia da società private. A loro volta le cooperative emettevano fatture false per operazioni inesistenti, accertate dalla Gdf per circa 400 milioni, accreditando così il denaro ricevuto ad altre cooperative cosiddette "finali". I conti di queste ultime venivano progressivamente svuotati attraverso dei prelievi di denaro contante, non giustificati da alcuna logica commerciale.

MAXI EVASIONE FISCALE - Le indagini sono state condotte per oltre due anni dalle Fiamme gialle: le organizzazioni individuate risultavano specializzate nella sistematica evasione della riscossione di debiti tributari, mediante l'utilizzo di circa 250 società consortili e cooperative, operanti nei settori del trasporto, facchinaggio, pulizie e vigilanza privata. L'attività illecita ha provocato, nel corso degli anni, un danno allo Stato pari al debito erariale già iscritto a ruolo, che ammonta complessivamente a oltre 1,7 miliardi di euro.
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