Dietro un ingresso identico a quello dei vicini reparti ospedalieri, c'è un androne semivuoto e alla fine una solida porta a vetri. Pareti rivestite da geometrie optical: antidepressive, o almeno capaci di sollevare l'umore di chi vi entra nella veste di cavia e ci deve trascorrere ore infinite. Negli ultimi quattro anni sono stati 120 i sardi che per 100 euro al giorno hanno prestato il loro corpo.

Il centro è proprietà di una srl interamente partecipata dalla Regione, la "Fase 1", che però vive un momento incerto: l'amministrazione regionale potrebbe decidere per la chiusura (che farebbe felice molti universitari che non tollerano l'iniziativa) o per un passaggio: dalla direzione generale all'assessorato alla Programmazione.

Tra i test d'una certa importanza portati a termine fino a questo momento ce n'è uno sulla sensibilità al dolore ed un altro sulle terapie anti-tumorali. In programma ci sono altri due studi importanti: il primo riguarda l'autismo, l'altro una cura per il cosiddetto piede diabetico.

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