Si torna indietro negli anni. E’ il 13 ottobre del 1889. Primo numero dell’Unione Sarda, in apertura un editoriale così intitolato: "I soccorsi pei danneggiati del Campidano". Una settimana prima, il 5 ottobre, l’hinterland cagliaritano era stato messo in ginocchio da un’alluvione con un bilancio tragico, che ci riporta ai giorni nostri: 25 morti, decine di feriti, duemila sfollati, 500 case devastate. A Pirri, narrano le cronache, ci fu una vittima, una donna, Defenza Lecca. Una violenta tempesta si abbatté alle sei del mattino in tutta l’area di Cagliari, due-tre ore di fortissime precipitazioni. Tra i paesi più colpiti anche Monserrato, Selargius (nella foto potete vedere un documento dell'Archivio storico del Comune che mostra il mandato di pagamento per l’acquisto di materiale necessario alla ricostruzione, una fattura da 234 lire) Quartucciu e Quartu (dove il 1889 viene ricordato come S’annu 'e s’unda de Santu Franciscu).

"E ora che cosa farà il governo? – si chiede L’Unione Sarda - Non è vero che tutto si attenda dal governo e che di tutto lo si renda responsabile... Ma ciò non dispensa il governo di fare per la Sardegna quanto in occasioni simili fu fatto per le altre province". Sono passati più di 120 anni. Novembre 2013, Sardegna devastata dal ciclone. E ora che cosa farà il governo?
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