L'arresto di Grazianeddu ha riacceso i riflettori, ma tra il dedalo delle viuzze illuminate dai murales vivono la vicenda con disincanto. Emerge anche dall'articolo, sull'Unione Sarda oggi in edicola, di Piera Serusi.

Un paese orgoglioso, "ma come tutti gli altri", è un commento quasi unanime. Nel corso, al bar, nel dedalo delle viuzze abbellite dai murales, nel piazzale della chiesa, ti aspetti musi lunghi alla vista del cronista ma, nella maggior parte dei casi, così non è.

Orgosolo si conferma un paese ospitale anche quando, suo malgrado, si sono riaccesi i riflettori. L'arresto di Graziano Mesina e di altri compaesani ha messo a rumore il paese che, con un disincanto che non ti aspetti, appare sereno, "in attesa che giustizia sia fatta".

Emerge dall'articolo pubblicato sull'Unione Sarda di oggi, a firma di Piera Serusi. Ed è emerso dal reportage dell'inviata del Tg di Videolina Mariangela Lampis, in onda in tutte le edizioni del tg.

Quanto all'inchiesta, che ha portato in carcere 26 persone con l'accusa - in particolare - di traffico di droga, va avanti con gli interrogatori. Graziano Mesina, l'altro giorno a Badu e' Carros, si era avvalso della facoltà di non rispondere. Ieri a Buoncammino l'avvocato Corrado Altea, coinvolto nell'inchiesta, ha detto: "Ho fatto solo il mio lavoro con clienti che conosco da quasi vent'anni". Approfondimenti, sull'interrogatorio dell'avvocato Altea, sull'Unione Sarda, a firma di Maria Francesca Chiappe.
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