Identificato grazie al tatuaggio a forma di dragone. Il cadavere dell’uomo era stato trovato dalla Guardia costiera di Milazzo lo scorso 13 aprile nella zona di mare tra l'isola di Vulcano e il promontorio di Capo Tindari, in Sicilia. L’immagine di quel disegno sulla pelle, riconoscibile nonostante l’avanzato stato di decomposizione, era stata pubblicata sulla stampa. 

E a contattare via social la Capitaneria è stato un cittadino tunisino, che si è qualificato come il fratello dell’uomo. 

Stando a quanto ricostruito il giovane tunisino è rimasto vittima di un naufragio avvenuto a largo della Sardegna, ai primi di febbraio, durante il viaggio intrapreso proprio per raggiungere l’Isola, a bordo di un barchino. Con altri 17 era partito dal porto di Biserta ma non ha mai raggiunto l’altra sponda. 

Del naufragio, il 23 marzo scorso, stando a quanto si apprende, aveva chiesto informazioni il Consolato della Repubblica Tunisina di Roma, attraverso una mail inviata alla Capitaneria di porto di Cagliari. il Consolato della Repubblica Tunisina di Roma: in allegato c’era la lista dei nomi degli scomparsi. 

(Unioneonline/E.Fr.)

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