E ora la continuità territoriale comincia a scricchiolare: dopo il no dei dipendenti al nuovo piano industriale - quello degli esuberi e dei tagli agli stipendi - Alitalia vola verso il commissariamento, che potrebbe trasformarsi nell'anticamera del crac. In cassa ci sarebbero i soldi per pagare stipendi, leasing degli aerei e carburante, più annessi e connessi, per circa un mese. Forse meno. Poi sarebbe necessario un intervento dello Stato - un prestito ponte o altre soluzioni per dare ossigeno momentaneo alla società - in modo da garantire il servizio pubblico. In particolare i collegamenti con la Sardegna: nei mesi estivi la compagnia deve assicurare per contratto fino a 52 voli al giorno, negli aeroporti di Cagliari e Alghero. Ma la storia recente ha insegnato ai viaggiatori sardi che il numero di tratte minime fissato dal bando della continuità non è sufficiente. Meno che mai a luglio e agosto.

STAGIONE A RISCHIO - Il rischio più grande per l'Isola è quello di trascorrere un'estate con i voli verso Roma e Milano nel caos. «L'incognita maggiore è senza dubbio quella dei collegamenti aggiuntivi. Stiamo già dialogando in vista dei prossimi mesi, ovviamente ora dobbiamo aspettare il commissariamento per capire quali saranno gli sviluppi», dice l'assessore ai Trasporti Massimo Deiana.

Le settimane future saranno decisive. Per programmare i voli in più - in certi momenti si arriva ad avere anche 8 o 10 collegamenti extra al giorno - servono gli aerei. Ma è difficile avere a disposizione gli Airbus o gli Embraer senza soldi freschi, visto che la flotta Alitalia è in affitto per il 67 per cento. E con la cassa in rosso, le società di noleggio farebbero pochi sconti.

LO SPETTRO DEGLI SCIOPERI - Nell'immediato - cioè nelle prossime settimane - sembra però difficile che la compagnia blocchi le rotte sarde. Anche perché sono tra le poche a garantire, grazie al riempimento degli aerei e soprattutto ai 38 milioni all'anno di contributi da parte della Regione, un conto economico positivo. Preoccupa semmai la possibilità di nuovi scioperi, che tra febbraio e aprile hanno fermato quattro volte la continuità aerea nell'Isola. «Il commissario avrà due strade: la prima è quella che porta alla preparazione di un altro piano industriale, verosimilmente più duro di quello già proposto, per provare a mettere i conti a posto. Oppure può cercare un acquirente. Di sicuro lo Stato ha grosse difficoltà ad intervenire. Non credo che chiuderanno i voli per la Sardegna. In questo caso, comunque, la Regione ha la possibilità di procedere d'urgenza e affidare il servizio a un'altra compagnia», spiega l'assessore Deiana.

Il governo starebbe puntando su un commissario straordinario unico (la legge dà la possibilità di sceglierne tre). L'incarico potrebbe andare a Luigi Gubitosi (fino a lunedì indicato come presidente in pectore), o Enrico Laghi, il commercialista romano già commissario straordinario dell'Ilva e componente di molti cda di aziende pubbliche e private nel corso della carriera. Il commissario avrà 6 mesi di tempo per un nuovo piano industriale: il rischio è che gli esuberi (980 nell'ultima previsione), aumentino, per alleggerire al società e renderla più appetibile per un eventuale acquirente.

L'INTERESSE - Lufthansa, secondo voci insistenti, sarebbe alla finestra. Ma la compagnia tedesca avrebbe più interesse a intervenire in un secondo momento, con Alitalia ormai in pieno fallimento: in questo modo slot (le bande orarie in cui gli aerei sono autorizzati al decollo) e flotta sarebbero acquistati a un prezzo inferiore, e non ci sarebbe nessun obbligo di riassumere i dipendenti. In caso di un crac irreversibile servirebbero ammortizzatori sociali per oltre 12mila persone: ecco perché il governo cercherà di evitare in tutti i modi questa fine.

Michele Ruffi

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