Gli amici, presenti alla festa in una casa di Roma la sera del 12 novembre, quando il cantante rap Vittorio Bos Andrei, noto come Cranio Randagio è morto, avrebbero davvero fatto di tutto per salvarlo.

I pm hanno ricostruito infatti le ultime ore del ragazzo e dall'inchiesta sono emersi alcuni particolari che confermerebbero questa tesi.

Come per esempio le due telefonate fatte al 118, la mattina dopo il party in casa dell'amico Pierfrancesco Bonolis.

Gli invitati erano 14, mentre il mattino dopo - quando è avvenuto il decesso - nell'appartamento sono rimasti in tre: Pierfrancesco, Vittorio e un terzo amico.

"Ci siamo addormentati, non abbiamo notato niente di strano in Vittorio", diranno ai magistrati i due amici del cantante, che una volta risvegliatisi si accorgono che il loro amico non respira più ed è cianotico.

Così Pierfrancesco telefona alla madre, che gli suggerisce di andare da un vicino, un dottore. Ci va l'amico, mentre lui chiama l'ambulanza.

Poi una seconda chiamata al 118, sempre da parte di Pierfrancesco, mentre arrivano i medici in casa e provano a rianimare Vittorio. Il suo cuore, però, ormai si è fermato.

Poi, l'arrivo della polizia, che setaccia la casa ma non trova traccia di droghe.

Eppure, secondo qualche testimone, durante la festa qualche sostanza sarebbe girata e ora i pm attendono l'esito dell'esame tossicologico per stabilire cosa il rapper abbia assunto durante la serata.
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