Si sarebbe rifiutato di estrarre il feto che aveva gravi difficoltà respiratorie fino a quando fosse rimasto vivo perché obiettore di coscienza (anche se la circostanza non emerge in base a una prima verifica sulla cartella clinica)

È quanto dichiarato dai parenti di Valentina Miluzzo, la 32enne di Palagonia (Catania) morta domenica in un ospedale Catania, assieme ai due gemelli che aspettava, secondo quanto ricostruito dai familiari della donna e contenuto nella denuncia presentata alla Procura dal loro legale, l'avvocato Salvatore Catania Milluzzo.

"La signora al quinto mese di gravidanza - sostiene il penalista - era stata ricoverata il 29 settembre per una dilatazione dell'utero anticipata. Per 15 giorni va tutto bene. Dal 15 ottobre mattina la situazione precipita. Ha la febbre alta che è curata con antipiretico. Ha dei collassi e dolori lancinanti. Lei ha la temperatura corporea a 34 gradi e la pressione arteriosa bassa. Dai controlli - aggiunge - emerge che uno dei feti respira male e che bisognerebbe intervenire, ma il medico di turno, mi dicono i familiari presenti, si sarebbe rifiutato perché obiettore: fino a che è vivo io non intervengo, avrebbe detto loro".

ISPETTORI DAL MINISTERO - Sul caso, il ministero della Salute ha disposto un'ispezione; della commissione fanno parte due componenti del ministero, un carabiniere del Nas, due tecnici dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) e due rappresentanti nominati dalla Regione Sicilia.

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