Una vera e propria epurazione è in corso in Turchia dopo il fallito golpe di venerdì notte.

Nell'ambito di una vera caccia ai dissidenti, il governo di Ankara intende risalire alle menti del tentato colpo di Stato.

Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e quello turco, Recep Tayyip Erdogan, hanno discusso la situazione del religioso turco auto-esiliato negli Usa, Fethullah Gulen, che Erdogan accusa di essere la mente del tentato golpe e per il quale ha chiesto l'estradizione.

Lo ha dichiarato il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, precisando che il governo turco ha inviato del materiale che l'amministrazione americana sta valutando, mentre - si precisa - ancora non è stata presentata una formale richiesta di estradizione.

"Il presidente ha chiarito che gli Stati Uniti non appoggiano i terroristi né coloro che cospirano per destituire i governi eletti democraticamente, e che rispettano lo stato di diritto", ha spiegato il portavoce che ha anche evidenziato che sull'eventuale richiesta di estradizione gli Stati Uniti "seguiranno il processo stabilito dai trattati".

PAURA AD ANKARA - Questa sera un incendio è divampato in centro ad Ankara. Lo hanno riferito i media locali e internazionali. Il quotidiano Sabah cita fonti ufficiali secondo le quali l'incendio non è stato provocato da un'esplosione e ha interessato un complesso residenziale della capitale turca. Altre fonti fanno riferimento a una residenza universitaria. Sky News Arabia, che in un primo momento aveva parlato di un'esplosione, sostiene che l'incendio abbia interessato una sede della presidenza.

LE PURGHE - Intanto anche oggi è proseguita quella che appare sempre più come una colossale epurazione.

Questi i numeri in base ai dati forniti dall'agenzia di stampa Dpa basati su informazioni diffuse dai ministeri di Giustizia e Interno, dall'ufficio del primo ministro, dall'agenzia di stampa ufficiale Anadolu e dalla Dogan, insieme alle notizie dell'emittente Ntv:

- 29.464 dipendenti pubblici sospesi, compresi poliziotti e uomini delle forze di sicurezza;

- 1.577 presidi di Facoltà costretti alle dimissioni dall'Alto consiglio per l'Istruzione;

- 21.000 docenti di scuole private si sono visti revocare l'abilitazione all'insegnamento;

- 6.319 soldati detenuti;

- 950 civili arrestati.

Tra i dipendenti pubblici sospesi ci sono tra gli altri:

- due collaboratori del presidente;

- 257 dipendenti dell'ufficio del primo ministro;

- 100 persone dello staff del Mit, l'intelligence turca;

- 2.745 membri della magistratura, tra i quali due giudici della Corte Costituzionale;

- 1.500 impiegati del ministero della Finanze;

- 15.200 dipendenti del ministero dell'Istruzione;

- 393 impiegati del ministero della Famiglia e degli Affari sociali;

- 492 dipendenti della Direzione per gli Affari religiosi.
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