Israele e Turchia hanno siglato un accordo per riallacciare le proprie relazioni diplomatiche, dopo sei anni di gelo.

I rapporti bilaterali tra i due Paesi si erano interrotti nel 2010, dopo l'uccisione, da parte della Marina israeliana, di 10 attivisti turchi che a bordo della nave Mavi Marmara (facente parte della cosiddetta Freedom Flotilla) si stavano dirigendo verso la Striscia di Gaza per portare aiuti.

Stando a quanto si è appreso, l'intesa prevede innanzitutto il reinsediamento dei rispettivi ambasciatori.

Lo Stato ebraico, inoltre, pagherà un risarcimento pari a 20 milioni di euro.

Secondo il premier di Tel Aviv Benjamin Netanyahu l'accordo avrà un "impatto positivo" sull'economia israeliana, mentre per il capo del governo di Ankara Binali Ydlim "si apre un nuovo corso di cooperazione", che "ha come priorità le relazioni politiche e diplomatiche", prima che accordi di natura commerciale.

Nonostante l'intesa, Netanyahu ha confermato che il blocco navale davanti a Gaza non verrà rimosso.

"Daremo l'ok all'arrivo di aiuti umanitari, ma le navi dovranno attraccare in porti israeliani", ha spiegato il primo ministro.
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