L'evoluzione dello scenario geopolitico della regione mediterranea, quale centro nevralgico della complessa politica internazionale.

Se ne è parlato sabato scorso al Centro servizi culturali di Macomer, nel corso del convegno “Il mediterraneo tra guerra e pace. L’inciviltà dello scontro”.

All’incontro dibattito, organizzato dal Centro Studi Gradi e la Unla di Macomer, in collaborazione con il Centro di studi & politica Giuseppe Toniolo di Alghero, l’Associazione Nino Carrus e il GlocalUniversity Network, con il patrocinio del Comune, sono intervenuti il politologo Alessandro Ceci, il giurista Vanni Lobrano e l’antropologo Pier paolo Sannia.

Ad aprire i lavori il professor Ceci, che partendo dalla teoria sulle piattaforme continentali di nazionalità, ha illustrato le varie organizzazioni sovrastatuali che "inesorabilmente andranno ad aggregare e sostituire gli attuali Stati nazionali di origine ottocentesca, surrogandone di fatto il principio del governo con quello della governance".

Partendo da un'accurata analisi e interpretazione del diritto romano, Vanni Lobrano ha, invece, illustrato i principi di Diritto Internazionale "palesando in maniera chiara e diretta l'uso della forza nella gestione e risoluzione dei conflitti dell'area euromediterranea, con particolare riferimento a quelli in corso nel vicino Oriente e nel nord Africa".

Infine, l’antropologo Pier Paolo Sannia ha tracciato un’analisi sulle organizzazioni terroristiche islamiche (Al Qaeda, Isis ed Hezbollah), "ere e proprie strutture d'intelligence al servizio di Arabia Saudita, Iran, Turchia e Qatar, che hanno la supremazia politico-ideologica nell’Islam".
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