Nessun rinvio del processo a carico di Giulio Caria, il giovane di Berchidda condannato a 30 anni di carcere per l'omicidio della compagna Silvia Caramazza, il cui corpo era stato ritrovato in un freezer a pozzetto nell'appartamento di Bologna, dove i due vivevano.

Il ritrovamento del cadavere il 25 giugno 2013, due settimane dopo il delitto.

L'uomo, dal carcere di Pesaro, ha scritto una lettera facendo sapere di stare male a causa della detenzione e ha chiesto un rinvio di tre mesi del processo d'appello che la Corte ha però negato.

Alla base della richiesta - respinta perché i medici hanno stabilito che le sue condizioni sono compatibili col carcere - la scadenza dei termini per le misure cautelari disposte a carico dell'impresario sardo, che sarebbero scattati il 19 febbraio.

Ieri durante l'udienza Caria ha revocato il suo difensore, ma la Corte ha nominato un legale d'ufficio, "congelando" in questo modo la scadenza dei termini.

Il processo di secondo grado riprenderà il 20 marzo: il nuovo legale di Caria ha chiesto e ottenuto del tempo per studiare gli atti.
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