Domenica 5 maggio, dalle 18, sardi e biellesi si sono dati appuntamento al santuario di San Giovanni Battista d’Andorno per arricchire con canti in “Limba” la liturgia.

Un invito lanciato dal rettore, don Paolo Santacaterina, che si rinnova da anni nel nome dell’antica amicizia che da sempre unisce le popolazioni della Bürsch con quelle della Sardegna. Sardi e biellesi da secoli attraversano il mare. «Si pensi agli oltre 63 impresari della Valle del Cervo sbarcati sull’Isola per realizzare, in tre secoli di storia comune, oltre mille opere architettoniche – ricordano dal circolo “Su Nuraghe” di Biella - Molti di questi nomi sono scritti sulle tabule gratulatorie affisse all’interno del Santuario, altri sono incisi su pietre murate all’esterno del tempio. Storia risalente all’8 agosto del 1720, quando i francesi, Duchi di Savoia, Principi di Piemonte, divennero Re dell’antico Regno di Sardegna, governandola con titolo regio fino al 17 marzo 1861. Con la promulgazione della Legge sarda n. 4671 del 1861, Vittorio Emanuele II proclamò ufficialmente la nascita del Regno d’Italia, assumendone il titolo di Re per sé e per i suoi successori e mantenendo lo stesso numero dinastico a significare la continuità dell’antico Regno di Sardegna nel nuovo Regno d’Italia».

«Li ricorderemo tutti – dice il presidente di “Su Nuraghe”, Battista Saiu – con la Santa Messa cantata dalle “Voci di Su Nuraghe”».

I coristi sono diretti da Roberto Perinu, con l’accompagnamento musicale di Valentina Foddanu.

(Unioneonline/s.s.)

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