Difendere la Sardegna  dall’assalto delle pale eoliche, preservando le sue specificità ambientali. Nasce così l’idea di una proposta di legge che rende possibile estendere - in breve periodo - la salvaguardia del territorio dell’interno attraverso il Piano paesaggistico regionale. 

La proposta di legge è stata presentata questa mattina all’Hotel regina Margherita di Cagliari dal Comitato scientifico insularità in Costituzione, composto da molte competenze dal punto di vista giuridico culturale e storico. 

«Bisogna estendere il Ppr dalle zone costiere alle zone interne perché si risarciscano separatezze e soluzioni di continuità tra paesaggi e paesaggi; sostanzialmente, tra differenziati diritti e doveri, e gerarchie tra persone. Dobbiamo fermare, seguendo il sentire comune, l’assalto al territorio e alle coste. Si rischia di distruggere campagne, antichi sentieri e tessiture rurali senza alcuna pianificazione. Dov’è l'analisi dell'impatto degli impianti produttori di energia?», si chiede Maria Antonietta Mongiu, presidente del Comitato scientifico. Per poi lanciare un messaggio ai gruppi politici in Consiglio: «Non si dividano, questa proposta è semplice. Ribadiamo: questo disegno di legge ovvia alla differenza di diritti e di doveri tra persone che vivono in un territorio tutelato dall'articolo 9 della Costituzione, grazie al Ppr, e persone i cui territori sono privi di regole.
Ben peggio della Legge delle Chiudende».

Per l’ex assessore all’Urbanistica Gian Valerio Sanna la proposta, impegna «la presidente della Giunta, di concerto con gli assessorati competenti, a predisporre, nel termine di sei mesi, il Piano Paesaggistico regionale esteso a tutto il territorio sardo a completamento di quello già approvato relativo al territorio costiero».

E poi: «Il sistema di governo del territorio si presenta attualmente differenziato e sperequato in termini di omogeneità degli strumenti di tutela paesistica e di pianificazione urbanistica fra territori costieri e aree interne della Regione».

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