«È appena passato il 1°maggio, il giorno dedicato alla riflessione sull’importanza del lavoro e della dignità che garantisce alle persone, e noi  docenti idonei in seguito al concorso 2020, siamo più che mai amareggiati e delusi di vivere nell’incertezza. Chiediamo con fermezza, senza sconti, che ci venga riconosciuto ciò che il superamento del concorso con diritto ci ha assegnato: il ruolo, evitando decisamente “pause forzate” o “parcheggi a lunga scadenza”». 

I 106 docenti idonei al Concorso ordinaria primaria 2020, ingiustamente penalizzati rispetto ai colleghi delle altre regioni, chiedono dignità e stabilità.

Una delegazione degli insegnanti, racconta la vicenda kafkiana che, loro malgrado, sono costretti ad affrontare: «A causa del sopraggiungere dei nuovi concorsi Pnrr, noi docenti idonei sardi – a differenza dei colleghi della penisola - ci ritroveremo in coda ai vincitori della nuova selezione senza aver usufruito del secondo anno di validità della graduatoria a causa del ritardo di un anno della pubblicazione della stessa in Sardegna. Abbiamo partecipato al concorso ordinario che si era tenuto il 21 aprile 2020, che prevedeva la copertura dei posti disponibili per le annualità 2021/2022 - 2022/2023. Con riferimento alla scuola primaria e dell’infanzia, la legge stabilisce che il contingente destinato alle graduatorie sia coperto annualmente mediante scorrimento delle posizioni di merito delle procedure concorsuali: qualora ci fossero ulteriori posti vacanti, il 50% dovrebbe essere destinato rispettivamente all'immissione in ruolo dalla procedura straordinaria e all’immissione in ruolo dal concorso ordinario».

Insomma, una vera e propria beffa per gli insegnanti sardi che si sono visti scippare la cattedra, e che ora guardano al futuro con preoccupazione.

«Il ritardo nella pubblicazione della graduatoria da parte della sola Regione Sardegna rischia di creare un danno ai docenti che hanno fatto affidamento sul concorso – spiegano gli insegnanti -, visto che potrebbero essere immessi in ruolo successivamente ai colleghi chiamati dalla graduatoria di concorso ordinario 2023 nel caso in cui il Provveditorato si limitasse ad applicare l'articolo di legge richiamato, senza considerare i diritti da noi acquisiti. Chiediamo solo che i docenti idonei del concorso di quattro anni fa vengano chiamati prima di quelli che hanno sostenuto il concorso nel 2023. Di fatto, a seguito del punto 7 del Decreto ministeriale relativo alle assunzioni dei concorsi Pnrr base, ci troveremo in una graduatoria a esaurimento congelata per anni. Riteniamo che tutto questo sia incostituzionale e umiliante: chiediamo una parità di trattamento e il diritto ad una graduatoria a esaurimento».

L’ultima beffa per gli insegnanti che avevano superato il concorso del 2020 – molti dei quali nei mesi scorsi hanno dovuto mettersi nuovamente in gioco e sostenere nuovi esami per non restare tagliati fuori – è giunta nei giorni scorsi, quando sono arrivate le convocazioni che seguono gli scritti appena conclusi. «Alcune convocazioni sono previste per ottobre – raccontano i docenti -, ciò significa che la graduatoria per il prossimo anno scolastico non sarà pronta nei tempi previsti: ora più che mai abbiamo bisogno di sapere se attingeranno dalla nostra». 

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