Si chiamano "percorsi di tutela", e dovrebbero consentire di attenuare il problema delle attese infinite per ottenere visite o esami specialistici.

O meglio, qualora i tempi della sanità pubblica superino quelli stabiliti dalle classi di priorità, il cittadino potrà accedere alla prestazione in intramoenia o del privato accreditato a costo di ticket o ottenere un rimborso.

Dopo vent'anni circa dalla legge nazionale che lo ha messo nero su bianco - decreto legislativo 124 del 1998 - arriva la delibera dell'Asl di Cagliari, che sembra adeguarsi alle disposizioni superiori. Almeno per le prime visite specialistiche o diagnostiche.

“Adozione di un percorso di tutela di accesso alternativo alle prestazioni specialistiche del cittadino", si legge nel documento in questione. Che certifica un diritto sconosciuto a tanti.

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